domenica 7 agosto 2011

Anoressici e bulimici ricoverati in psichiatria.

Anoressici e bulimici ricoverati in psichiatria. Accade a Napoli nell'azienda ospedaliera della Seconda Università di piazza Miraglia. Una situazione paradossale e senza precedenti che denuncia una diciottenne che ci chiede di conservare l'anonimato. V.D. Anoressica da sempre, in quel reparto ha vissuto momenti drammatici che l'hanno segnata per tutta la vita.

"Ho deciso volontariamente di essere curata e forse non sono più sicura di voler guarire". Questo potrebbe essere uno dei tanti pensieri di un paziente affetto da disturbi psico-fisici. Chissà se lo ha pensato anche V.D. 18enne,  quando dinanzi ai suoi occhi si è aperta la porta del Dipartimento Psichiatrico Largo Madonna Delle Grazie. V.D. è una paziente affetta da disturbo del comportamento alimentare, da anoressia. Ciò che emerge dalle suo racconto è  soprattutto il disagio che ha provato nel convivere con persone che poco hanno in comune con lei. Forse l’unica cosa che li ha accomunati è il solo fatto di avere un problema. "Girovagare per i corridoi di un dipartimento psichiatrico è come addentrarsi in un altro mondo - afferma V.D. - l'ho capito subito, come ho compreso che avrei dovuto convivere con persone che per strada non avrei esitato ad allontanare o persone di cui avrei avuto sicuramente timore". "Ho imparato a convivere con pazienti affetti da disturbi psichiatrici diversi dal mio - continua V.D. - ho imparato che dovevo combattere contro la malattia da sola, che avrei dovuto rieducarmi ad un regime di alimentazione normale nonostante mi arrivasse costantemente il vitto che mangiavano tutti". "V.D. ritorna ai giorni del ricovero e tra le lacrime continua il suo racconto: "ero lontana dalla mia famiglia e poche persone potevano venire a trovarmi, solo quelle persone che gli psicoterapeuti ritenevano opportuno che vedessi per capire quali fossero le cause del mio disturbo, non ho mai sofferto così tanto". Poi raccoglie tutte le sue forze e trova il coraggio di chiedere giustizia. "è assurdo che mi abbiano messo a diretto contato  con ammalati di schizofrenici, in questo caso l’unione non fa la forza, ma devi convivere con chi vive con la propria follia da mesi, da anni e ne fa, suo malgrado, il proprio stile di vita tanto da essere stigmatizzato come tale, un folle. Chi è il responsabile di questo abominio, non parlo per me, io in un modo o l'altro dalla malattia ne sono uscita, ma per tante ragazze che ora si trovano nella mia medesima condizione, in quel reparto, che dorme in quei letti, perchè da quando sono stata ricoverato io nulla è cambiato, quel reparto continua funzionare nello stesso identico modo". La testimonianza di V. D è utile per capire una situazione che ormai dilaga nel Sud. Nonostante il Dipartimento di Psichiatria della Seconda Università sia l’unico centro in Campania che attui il regime di ricovero di pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare, esso ha ancora difficoltà nell’approccio terapeutico con determinate tipologie di problemi. L’anoressia così come la bulimia sono da definirsi in ambito del disturbo del comportamento alimentare. Anche se il Diagnostic and Statistical manual of mental disorders - Strumento Diagnostico per Disturbi mentali - inserisce questo tipo di patologie nell’ampia tassonomia dei disturbi mentali, il loro trattamento dovrebbe comunque essere differente o almeno attuarsi in strutture idonee. ma così non accade.

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