giovedì 24 novembre 2011

Forum Salute: la burocrazia rallenta la scarcerazione di 200 detenuti reclusi nei sei ospedali psichiatrici giudiziari italiani

di Marina Ranucci
In Italia sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) ospitano ben 1.500 detenuti. Di questi circa 200 potrebbero già tornare liberi, ma la burocrazia e l’eccessivo zelo dei Magistrati di sorveglianza, rallenta ed impedisce la loro scarcerazione. È quanto sostenuto dal Forum Nazionale della Salute nel carcere, riunitosi a Torino. Dai rappresentanti del Forum arriva l’appello al nuovo Governo Monti di provvedere alla liberazione immediata degli aventi diritto secondo le leggi vigenti. Il Senatore Ignazio Marino, Presidente della commissione di inchiesta parlamentare sul Servizio sanitario nazionale, a seguito di un’indagine effettuata proprio nei sei ospedali psichiatrici giudiziari italiani,
ha commentato duramente: «Vi sono persone che per avere commesso una semplice bagatella si trovano rinchiuse in luoghi in cui, se ognuno di noi chiudesse un cane o un cavallo verrebbe immediatamente arrestato. Abbiamo accertato che nella gran parte degli Opg non vi sono le più elementari condizioni igienico-sanitarie - ha spiegato il Senatore - mentre non si contano i casi di costrizione fisica in letti ottocenteschi a cui i pazienti vengono legati come se fossero in un girone infernale. Inoltre – ha continuato Marino - è contro la Costituzione imporre misure cautelari a persone che non abbiano ricevuto disposizioni di questo tipo da parte della magistratura. In Senato è stato votato un ordine del giorno per l'immediata chiusura degli Opg, in modo che - ha concluso Marino - siano sostituiti da luoghi di cura per coloro che rappresentano un pericolo sociale e dalle cure sul territorio per tutti gli altri». La Commissione guidata dal Senatore Ignazio Marino ha raccolto episodi di costrizione e degrado in tutti i sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari italiani: Castiglione delle Stiviere (Mantova), Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino (Firenze), Aversa (Caserta), Secondigliano (Napoli) e Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). In quest'ultimo, per quanto rilevato, rimasto nelle stesse condizioni della sua apertura nel 1925, la Commissione ha scoperto i casi più drammatici dei cosiddetti “ergastoli bianchi” appellativo usato per quei detenuti reclusi in quelli che un tempo erano definiti “manicomi criminali”. Infatti, come hanno sottolineato i rappresentanti del Forum, gli OPG hanno sostituito i vecchi “manicomi criminali” ma la situazione è rimasta pressappoco la stessa. «Con la legge Basaglia - ha spiegato il Senatore Roberto di Giovan Paolo, Presidente del Forum - è cambiata la denominazione ma, a differenza dei vecchi manicomi che sono stati sostituiti dalla sanità di territorio, questi sono rimasti al loro posto. Tutto ciò anche dopo la riforma della sanità penitenziaria del 2000 – ha continuato di Giovan Paolo – la quale aveva previsto la loro chiusura sostenendo che chi non è in grado di intendere e di volere è incompatibile con la detenzione carceraria. Lo smantellamento - ha precisato il Presidente del Forum - è stato previsto anche da uno degli ultimi decreti del governo Prodi, ma solo alcune Regioni hanno avviato l'iter per farlo e nessuna lo ha concluso. Abbiamo chiesto – ha dichiarato di Giovan Paolo - al nuovo governo di riprendere questo iter, iniziando proprio dai 200 detenuti che avrebbero già diritto di uscire. La tragica pagina degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari  va affrontata applicando la riforma della sanità penitenziaria del 2000. Il Forum - ha anticipato di Giovan Paolo - chiederà di riaprire il tavolo nazionale a cominciare dalla questione Opg ai nuovi ministri. Non è accettabile - ha concluso il Senatore - che un Paese come il nostro, che vuole tornare a dire la sua in Europa e nel mondo, continui ad avere strutture e leggi contrarie non solo agli standard internazionali, ma anche al dettato della nostra Costituzione in materia di pena e recupero del cittadino detenuto». Anche in questo caso, il Governo di Mario Monti è quindi chiamato a risolvere la problematica, che nella situazione di specie però pesa sulla libertà di 200 individui. (Dati rilevati: Ansa – IMGPress.it)

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