mercoledì 3 agosto 2011

Cirrosi epatica, ecco la dieta.

Nel paziente affetto da cirrosi epatica lo stato nutrizionale è considerato un importante fattore prognostico, infatti la malnutrizione è un evento comune nei pazienti cirrotici e si correla con la severità dell’insufficienza epatica. La malnutrizione spesso si ritrova a causa dell’anoressia, delle alterazioni del gusto, della nausea, del vomito, della sazietà precoce, soprattutto in caso di ascite,
 e spesso per pregiudizi alimentari. Può essere presente mal digestione, mal assorbimento, deficit delle vitamine. Tutti i pazienti dovrebbero essere sottoposti ad un’attenta sorveglianza nutrizionale, i cui obiettivi principali sono prevenire o correggere la malnutrizione; l’encefalopatia; aiutare la rigenerazione epatica; prevenire o curare la ritenzione idrica; e in generale migliorare la qualità di vita. Ed ecco alcuni consigli alimentari che gli esperti solitamente danno a chi è affetto da cirrosi. Innanzitutto bisogna Migliorare l’appetibilità della dieta utilizzando aromi nella preparazione o cottura degli alimenti (tipo basilico, rosmarino, prezzemolo, aglio e cipolla), succo di limone o di pomodoro o aceto. Vanno preferite le cotture meno prolungate, cioè ai ferri, alla griglia, al forno, al vapore, lessa, al piatto, al cartoccio al microonde e senza l’impiego di grassi in cottura. Da evitare sono le fritture. Sarebbe inoltre preferibile dividere il cibo giornaliero in 56 pasti, facendo 23 spuntini (con frutta, yogurt o cereali) uno dei quali in tarda serata o poco prima di andare a letto. I pasti non dovranno essere troppo abbondanti per ridurre al minimo l’impegno digestivo.
Ma il vero mostro della patologia è l’alcol da cui è necessario astenersi in maniera completa. Vino, birra, superalcolici, amari, digestivi, aperitivi e caffè corretto sono tutte bevande da evitare a causa dell’effetto tossico che esercitano sul fegato. Una particolare attenzione va assunta per il sale da ridurre all’essenziale perché in
questa situazione esiste una tendenza all’accumulo di liquidi nel corpo che porta alla formazione di edemi. Meglio fare a meno, inoltre, i dadi da brodo e gli estratti di carne, tutti gli alimenti conservati (verdure sott’aceto, legumi e verdure in scatola, tonno sott’olio, minestre liofilizzate), salumi e insaccati, carne e pesce affumicati, grissini e crackers, maionese, olive, formaggi stagionati e dolci fatti in pasticceria. Esistono dei preparati sostitutivi
del sale, privi di sodio, in vendita esclusivamente in farmacia e che possono essere consumati solo dietro indicazione
medica. I grassi, invece, sono importanti nelle disfunzioni epatiche, in quanto svolgono funzioni energetiche e di veicolo delle vitamine solubili nei grassi (A, D, E, K), favorendone l’assorbimento intestinale. Alcuni grassi hanno origine animale: burro, lardo, carne, pesce e latticini; altri
origine vegetale: oli, come quelli di mais, oliva e semi e alcuni frutti secchi come: noci, nocciole, mandorle. Ci sono anche fonti nascoste come il grasso nella cioccolata, biscotti, dolci e pasticcini. Un piccolo quantitativo di grassi è raccomandato nella dieta giornaliera, meglio se si tratta di olio extravergine di oliva. Non è vero,
tra l’altro, che le uova sono controindicate per chi soffre di disturbi epatici. Le uova,
specialmente l’albume, sono una buona fonte di proteine. Alcune persone possono avere una limitazione nell’assunzione di questo alimento soprattutto se hanno valori alti di colesterolo. È indispensabile, naturalmente, che le uova siano fresche e che la loro cottura tenga conto della tolleranza del malato, ma possono essere assunte anche crude, per esempio nello zabaione, non più di una volta a settimana. C’è poi da considerare il diabete da cui è affetto il 25% dei pazienti con cirrosi epatica e questo limita il consumo di zuccheri. I carboidrati provengo da zucchero e amido, si trovano nel pane, patate, riso, pasta e cereali. Il fegato scinde i carboidrati per formare un tipo di zucchero chiamato glucosio che è usato per produrre energia e dunque una piccola quantità va comunque assunta.
Elementi essenziali della dieta devono essere i cereali, poveri di grassi e raffinati e che contengono fibre e vitamine, oltre al pesce tra cui è preferibile scegliere quelli ricchi di Omega 3 come salmone, sardine, trota, acciughe, tonno e aringhe. Importanti anche per ridurre il rischio di malattie cardiache. Infine l’assunzione dei liquidi è ammessa ma non più di un litro al giorno e devono essere a basso contenuto di sodio.

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