domenica 19 febbraio 2012

I Policlinici napoletani chiusi per ferie

EMERGENZA SANITARIA IN CAMPANIA - ALLA RICERCA DI UN POSTO LETTO
di Enzo Musella
I due Policlinici di Napoli non hanno un pronto soccorso, fatto salvo per l'azienda sanitaria universitaria della Federico II, che dispone, al Vomero alto, di un pronto soccorso di ginecologia, e con questa giustificazione nel mese di agosto le due strutture ospedaliere chiudono per ferie. E' un storia che si ripete da anni, e  puntualmente, ogni anno, si grida allo scandalo. Intanto al Cardarelli i reparti esplodono di barelle.

Al Cardarelli, al Loreto Mare, al Don Bosco, ai Pellegrini, i reparti d'urgenza sono terra di battaglia. Una battaglia che si trasforma in guerra aperta quando il paziente viene trasferito dal pronto soccorso in reparto e si trova a fare i conti con una barella che a stento lo regge. Un fenomeno tutto da commentare e soprattutto da giudicare, che si sintetizza in pochi numeri. Alla Seconda università di Napoli sono disponibili ed operativi, a pieno regime, 650 posti letto. E qui arriva l'assurdo. Nel mese di agosto i posti letto utilizzabili si riducono ad appena 123; dei quali 65 al centro storico, per intenderci a piazza Miraglia, e 58 a Cappella Cangiani. La situazione diventa paradossale al nuovo Policlinico che fa capo alla Federico II, dove sono utilizzabili a pieno regime 950 posti letto e dei quali, nel mese di agosto, ben 700 vengono eliminati dal conteggio, non sono più disponibili per l'assistenza. Insomma, ad agosto, al nuovo Policlinico sono disponibili solo 250 posti letto. Un assurdo che non ha precedenti in Italia. I direttori generale delle due strutture universitarie che fanno capo alla Federico II e alla Seconda università di Napoli si difendono con la solita affermazione: "le nostre sono strutture ospedaliere universitarie che non prevedono reparti d'urgenza. Nel nostro organigramma non sono previste strutture di pronto soccorso". L'affermazione non fa una piega, ma come si fa a spiegare alle centinaia di pazienti che ogni giorno si recano al pronto soccorso del Cardarelli e si ritrovano ricoverati in barella, se non su una lettiga? Come spiegare ai 35 ammalati che ieri mattina erano ricoverati su una lettiga in accettazione medica chirurgica al Cardarelli, per intenderci in una sala d'attesa del pronto soccorso, in attesa che si liberasse un posto letto per essere trasferiti in reparto o su una barella? E ancora. Se i due Policlinici non dispongono di pronto soccorso ciò non esclude la possibilità di ricoverare i pazienti provenienti da altri ospedali, specie se da strutture come il Cardarelli, dove la giacenza giornaliera media di pazienti ricoverati in barella è superiore alle 100 unità. Sembra tutto logico. Ma per qualcuno ci sono altre logiche alle quali dover dar conto. Senza entrare in polemiche, che non fanno bene a nessuno, continuiamo la nostra analisi. I dati che stiamo per citare sono tanto documentabili quanto inaccettabili, ci limitiamo solo ad elencarli, lasciando al lettore il giudizio.
Al Vecchio Policlinico di Napoli nel mese di agosto è impossibile eseguire una Tac, una risonanza magnetica o una scintigrafia, perchè i macchinari sono fermi dal primo al 31 agosto. Paradossale è invece la situazione degli ambulatori pediatrici. Infatti tutti i laboratori di pediatria, così come la chirurgia pediatrica sono chiusi dal 3 agosto al 5 settembre. Per gli ammalati di tumore la situazione è "migliore" per modo dire. Infatti i laboratori di oncologia sono chiusi dal primo agosto al 17 di questo mese. La situazione precipita per la neuropsichiatria infantile, chiusa dal primo agosto al 4 settembre. E non può mancare la ciliegina sulla torta. Proprio nel mese di agosto quando i traumi e l fratture ossee aumentano, al Vecchio Policlinico sono state chiuse tutte le attività di ambulatoriali, i ricoveri e di reparti di chirurgia. E tutto questo accade mentre il Cardarelli sta per implodere su se stesso, troppi pazienti, pochi letti e personale insufficiente. Per tutti i lavoratori il periodo di ferie è garantito dalla legge. Gli ammalati cronici non vanno mai in ferie, così come il diritto sacrosanto ad essere curati.

Di Enzo Musella

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