martedì 27 settembre 2011

Credito al consumo: boom di domande da stranieri, gli italiani sono i più insolventi d’Europa


di Luigi Prozzillo
Sempre più stranieri in Italia fanno uso di credito al consumo.  Secondo il portale Prestiti.it, il 13% delle domande di prestiti personali presentate in Italia proviene da cittadini di un'altra nazionalità. L'indagine, che ha analizzato oltre 24.000 richieste giunte al sito negli ultimi mesi, mette in luce un universo complesso, in cui le comunità straniere provano a integrarsi anche pianificando investimenti di medio e lungo periodo. Il richiedente tipo è uomo (68%), ha in media 34 anni e richiede un prestito di circa 10.000 euro, da rimborsare in 57 mesi, ossia poco meno di cinque anni.


A livello geografico, a rappresentare il campione statistico più importante è la comunità rumena: quasi un prestito su due (precisamente il 46,3%) è richiesto da cittadini nati in Romania. A successiva conferma di come si stia evolvendo l'integrazione di quella che è la comunità straniera più grande d'Italia, valori simili si registrano nella richiesta di mutui per la prima casa (Fonte: Mutui.it). I finanziamenti, conclude la nota, sono richiesti principalmente per acquistare auto (nuova o usata, 35%), ottenere liquidità (18%) e ristrutturare casa (11%). Di notevole interesse anche le statistiche che riguardano i cittadini Italiani. Complice la crisi economica e la volontà di essere più competitivi nella ricerca di un'occupazione, nell'ultimo anno sono più di 40.000 gli italiani che hanno richiesto un prestito per pagare i propri studi o quelli dei figli. E' quanto rivela un'indagine condotta da Prestiti.it, il broker online dei finanziamenti che fa sapere che in media si chiede un prestito di circa 10.500 euro. Stando ai dati diffusi dal portale Prestiti.it, i prestiti personali si utilizzano sempre di più per finanziare l'Università ai propri figli, per pagarne l'affitto se studia fuori sede, per la propria formazione post laurea, ma anche per permettersi i migliori percorsi di specializzazione nelle migliori università private. Una realtà complessa e dalle molteplici sfaccettature che, in ogni caso, ha un minimo comun denominatore: affrontare lo spettro della disoccupazione. La ricerca ha anche evidenziato un profilo tipo del soggetto che richiede un finanziamento per pagare gli studi: chi va alla ricerca di un prestito ha in media 38 anni, e aspira a ottenere una cifra di circa 10.500 euro rimborsabile in poco più di quattro anni. La media risultante dal campione ingloba sia i genitori che hanno bisogno di supportare i propri figli nel loro processo di formazione, sia gli studenti che richiedono un prestito per se stessi. Un dato interessante che emerge è che oltre il 15% delle richieste di finanziamento arriva proprio dai giovani studenti, i diretti interessati, che si fanno carico in prima persona dei costi della loro formazione. In questo caso scendono sia l'età media del richiedente, che si ferma a 25 anni, sia il valore del prestito richiesto che è di circa 9.500 euro. A fare da garante, però, ci sono i genitori o qualcuno che abbia un reddito certificabile e che quindi possa garantire alla banca la restituzione del prestito. Quando si tratta di formazione, sono soprattutto le donne a richiedere un prestito per i figli: la percentuale di donne che li richiede aumenta di 14 punti percentuali rispetto alla media, passando dal 24% al 38% delle richieste totali. La ricerca, infine, mostra una generale uniformità tra Nord, Sud e Centro per quanto riguarda l'attenzione che si dà a questo tipo di finanziamento. In generale c'è uniformità su tutto il territorio nazionale, ma a variare sono gli importi richiesti che indicano scelte di formazione diverse. Guidano la classifica degli importi, la Sardegna (con 14.900 euro richiesti), la Lombardia (12.800) e il Trentino (12.000); le zone, in cui si richiedono finanziamenti minori, invece, sono Abruzzo (8.000 euro), Umbria e Veneto (entrambe con 8.100 euro). La situazione del credito al consumo in Italia è preoccupante, infatti, secondo le statistiche della Banca d’Italia cittadini italiani sono i più insolventi d’Europa. Secondo la Banca d’Italia, nel 10,5% dei casi avrebbero grosse difficoltà a rimborsare le rate del prestito. Una percentuale preoccupante, che fa conquistare all’Italia il primato negativo in Europa sul tasso d’insolvenza riscontrato tra i cittadini. Gli italiani dunque faticano a pagare le rate dei prestiti o addirittura non le rimborsano per nulla. Eppure non rinunciano al credito al consumo. Che, di fatto, diventa la sola possibilità quando i redditi non riescono a coprire le urgenze dell’economia domestica. La fotografia scattata dalla ricerca della Banca Centrale che inquadra quel 10,5% è impietosa nel rapporto con le altre nazioni. L’indagine ha messo a confronto i dati sul credito al consumo in Italia e in altri otto Paesi europei (Regno Unito, Finlandia, Germania, Irlanda, Portogallo, Francia, Olanda e Spagna), concentrandosi sul 2008, un periodo in cui la crisi economica non era ancora esplosa completamente. Secondo la ricerca, la situazione migliore è quella delle famiglie del Regno Unito, dove l’insolvenza si ferma al 2,3%, mentre nei rimanenti paesi l’indice oscilla tra il 5 e 8%. Eppure, nonostante siano quelli in maggiore difficoltà, gli italiani continuano a rivolgersi al credito al consumo. Infatti, è il 14,8% del totale consumatori che nonostante la situazione difficile continuano a rivolgersi a questa forma di prestito con maggiore frequenza rispetto al resto dell’Europa. In Francia questo dato si arresta all’8,4%. Molto interessante l’analisi in dettaglio dei dati per capire quali siano le famiglie che hanno più difficoltà a restituire il prestito. Se nel Regno Unito poco meno della metà dei nuclei famigliari che non riescono a rimborsare i prestiti, sono classificabili come poveri, in Italia la situazione è differente: le difficoltà sono maggiormente diffuse tra le varie fasce di reddito poiché meno del 30% degli inadempienti è considerabile povero.

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