lunedì 19 settembre 2011

"Discalculia”, il segreto delle carenze in matematica

di Valeria Pollio  
Dal 5 % al 7% , è la percentuale di persone che già  in età scolare  soffre di discalculia congenita . Non è data solo da pigrizia la carenza in matematica. Ma quante persone sono davvero a conoscenza di questo disturbo ? Forse meno di quelle coinvolte direttamente.
In quanto problema sottovalutato , la rivista Science  ha pubblicato un’analisi dettagliata dell’argomento, firmata dai maggiori ricercatori inglesi in materia, fra cui Brian Buterworth, membro del Centre for Educational Neuroscience dell’Ucl ( l’University College of London).
Stimolare una maggiore attenzione delle autorità sanitarie e scolastiche, è questo l’obiettivo degli specialisti.



La discalculia, disturbo congenito (spesso anche ereditario), compromette seriamente l’apprendimento numerico e le capacità di calcolo. I sintomi sono vari e non latenti: difficoltà di lettura e scrittura dei numeri , nel dare un significato al numero e nell’eseguire procedure di calcolo, di acquisire le tabelline e i calcoli a mente, di attribuire al segno algebrico le relative procedure di calcolo. Tutto ciò che è legato ai numeri appare come un problema insormontabile.
La discalculia, oltre che semantica (leggere e scrivere i numeri) può essere anche procedurale. Quest’ultima si manifesta come difficoltà nell’applicare le procedure di calcolo anche se le si è teoricamente comprese. L’orientamento nel tempo appare in alcuni casi complesso in quanto individui affetti da tale disturbo non distinguono i mesi, le settimane i giorni.
La discalculia  è equamente diffusa nei vari Paesi  perché il sistema dei numeri e dei calcoli è un sistema internazionale, diversamente dalla dislessia.
Diverse sono le idee proposte al fine di ridurre sensibilmente le difficoltà di calcolo e di apprendimento della matematica.
I ricercatori inglesi optano per l’utilizzo di software come Number Race e Grapho – Game Maths, capaci anche di sostituirsi all’attività dell’insegnante in classe.
Il primo, programmato in Java,  si basa su tre principi educativi fondamentali: migliorare il number sense, consolidare la relazione tra rappresentazioni numeriche e concettualizzare l’aritmetica .
Utili anche strumenti tradizionali quali abaco e tavola pitagorica. Questi non creano dipendenza, non come le moderne tecnologie di apprendimento attraverso il gioco.

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