mercoledì 16 novembre 2011

Servizio sanitario nazionale: crollano i posti di lavoro. Situazione critica per gli infermieri

di Valeria Pollio
Personale sanitario in ginocchio, la crisi non risparmia nessuno. Crollano i posti di lavoro e le aspettative future di medici, infermieri, farmacisti biologi, fisici, chimici, psicologi, tecnici e amministrativi. Nel giro di 10 anni, circa 12mila lavoratori, soprattutto infermieri, sono stati tagliati fuori dal sistema sanitario nazionale. Ad oggi si stimano circa 664mila lavoratori, tra precari e stabilizzati, contro i 676mila di 10 anni fa. Secondo quanto descritto dalle tabelle della Ragioneria dello Stato, sul totale del personale sanitario, 630.624 unità possiedono contratti a tempo indeterminato, contro le 32.931 unità con contratti a tempo determinato, i cosiddetti precari, interinali, lavori socialmente utili, formazione lavoro e telelavoro. Tra le 600mila unità che godono di maggiore stabilità contrattuale, 116.237 sono medici, di cui 42.911 donne, 19.913 dirigenti non medici, di cui
12.472 donne;  493.118 lavoratori con la qualifica di personale non dirigente, come infermieri, fisioterapisti, tecnici, vigilanti, amministrativi, di cui 331.419 donne.
Si è verificato negli ultimi anni, come si evince dai dati forniti, un incremento delle donne nel servizio sanitario ( 2 unità su 3 sono donne). Una maggioranza precaria, questo è da sottolineare. Proprio tra le donne, infatti, si registra maggiore instabilità contrattuale e minore possibilità di assunzione per incarichi di vertice. Circa 245mila infermieri hanno contratti stabili. Di contro, 33mila unità, rispetto al totale del personale sanitario, ha dichiarato di vivere ancora in condizione di precariato. Di questi, 7.177 sono medici (il numero dei camici bianchi con contratto a termine risulta quasi raddoppiato), di cui oltre 4 mila donne, 1.013 dirigenti non medici, di cui 712 donne, 24.124 lavoratori con la qualifica di personale non dirigente come infermieri, fisioterapisti, tecnici, vigilanti, amministrativi, di cui 17.583 donne. Maglia nera della precarietà va agli infermieri, circa 11.230, di cui circa il 75% è donna (8.632).
Nonostante siano sensibilmente diminuite le possibilità di trovare un’occupazione stabile nella sanità pubblica (- 1,5% dal 2008), il costo del personale sembra aumentare. Più 1,3 miliardi di euro dal 2008. Sicuramente rispetto al 2011, la situazione dal 2008 al 2010 sembrava essere migliore. (Fonte: sanitaincifre.it)



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