di Enzo Musella
Le due aziende sanitarie universitarie che fanno capo alla Seconda Università di Napoli e alla Federico II° sono sull'orlo della bancarotta. Da oltre quattro anni i protocolli d'intesa che regolano i rapporti finanziari tra Regione e Università non vengono concordati e firmati dai due enti. L'effetto domino di questo status quo è l'imminente blocco, dell'assistenza, della didattica e della ricerca, per mancanza di denaro. La protesta dei sindacati non si è fatta attendere. In queste ore, la Cisal Unvesrità di Napoli, sta per recapitare una missiva al presidente della Regione Campania,
Stefano Caldoro; al Rettore della Sun, Franco Rossi e per conoscenza al Prefetto di Napoli, Andrea de Martino, dichiarando lo stato di agitazione del personale in servizio nel Vecchio Policlinico e richiedendo ancora una volta un tavolo di concertazione con le parti sociali per affrontare una situazione oramai giunta al collasso.
Stefano Caldoro; al Rettore della Sun, Franco Rossi e per conoscenza al Prefetto di Napoli, Andrea de Martino, dichiarando lo stato di agitazione del personale in servizio nel Vecchio Policlinico e richiedendo ancora una volta un tavolo di concertazione con le parti sociali per affrontare una situazione oramai giunta al collasso.
Pubblichiamo in esclusiva i tratti salienti della comunicazione inoltrata dalla Cisal alle autorità sopracitate.
"Dobbiamo ancora una volta, con preoccupazione, indignazione e delusione, prendere atto del comportamento assunto dalla SS.VV. che continua ad evitare qualsiasi tipo di dialogo, contatto e confronto con il sindacato nel suo insieme. Le OO.SS da anni sono alla continua ricerca di una strada maestra per difendere i diritti, puntualmente lesi di medici, operatori sanitari, studenti e ultimi, non per importanza, degli utenti che ogni giorno operano o si recano all'Azienda sanitaria della seconda Università di Napoli nella speranza di essere curati, assistiti e rassicurati, così come prevede la legge. La situazione in cui versa l'Azienda sanitaria, l'intero Ateneo, la Facoltà di Medicina e la Struttura nel suo insieme, è diventata insostenibile tanto da richiedere e rivendicare i diritti al lavoro e alla salute sanciti dalla Carta Costituzionale. La gravità della situazione è apocalittica, e non si esagera. Sono quattro i motivi che hanno portato la Sanità pubblica in Campania in un baratro finanziario senza fine, stimato ad oggi in circa 6,5 miliardi di euro. Si tratta di un buco nero che ha risucchiato l'intero comparto sanitario ragionale, compreso l'indotto, provocando un disastro socio assistenziale che in Italia non registra precedenti.
- L’Azienda Policlinico che fa capo alla SUN è sull'orlo della bancarotta. Dal lontano 2007 i protocolli d'intesa che regolano i rapporti finanziari tra Regione e Università non vengono sottoscritti. Entro il prossimo dicembre non ci saranno più risorse economiche, e cosa ancora più grave si fermerà irrimediabilmente l'assistenza sanitaria.
- L'Azienda continua imperterrita ad ignorare i contratti collettivi di lavoro, come: la mobilità verticale e i coordinamenti, che sono causa ed effetto di enormi contenziosi legali.
- L'aspetto più grave al quale è necessario dare una risposta urgentissima e il mancato rispetto della normativa di legge che prevede la sostituzione dei lavoratori che vanno in quiescenza sostituiti parzialmente con lavoratori precari (interinali). Nei prossimi mesi è, altresì, prevista una ulteriore significativa riduzione del personale attualmente in servizio che rischia di paralizzare le attività dell’Azienda Ospedaliera Universitaria della SUN che negli ultimi 15 anni non ha mai effettuato una seria politica del “turn over” impoverendo così l’insieme delle risorse umane e le professionalità operative nell'azienda sanitaria. L'effetto è drammatico, accorpamenti di interi padiglioni, eliminazione di UU.OO. essenziali per migliaia di ammalati. Ma l'aspetto più inquietante è la pressione psico-fisica a cui è costretto ad operare il personale medico e sanitario soggetto a turni di lavoro massacranti, fuori da ogni normativa giuridica.
- E' ormai pleonastico ribadire che il personale tutto è costretto ad operare in strutture assistenziali che cadono a pezzi, servizi igienici fuori norma e mal funzionanti, addirittura assenti per i disabili. Pazienti ricoverati e costretti a convivere con la loro malattia in
padiglioni da terzo mondo. Tempi lunghissimi per essere ricoverati a causa della drammatica lentezza degli esami di laboratorio e strumentali a dir poco fatiscenti.
Tanto premesso e considerando l'assoluta gravità dello scenario sia universitario che aziendale sopra esposto, non resta che proclamare, a far data da oggi, lo stato di agitazione del personale in carico all'azienda sanitaria universitaria della Sun. Altresì, le scriventi Segreterie Generali considerano indifferibile un confronto di merito con la SS.VV. per individuare un percorso condiviso per quanto attiene l’assetto organizzativo e funzionale sia dell’Ateneo che della AOU/SUN. Ci sembra, inoltre, doveroso rammentare alla SS.VV. che, qualora non vi fossero segnali rassicuranti, le scriventi OO.SS. porteranno la loro giusta rivendicazione in tutte le sedi idonee alla salvaguardia ed alla tutela dei diritti degli utenti e dei tanti lavoratori da esse rappresentate".
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