di Enzo Musella
Continuano gli effetti della "tempesta perfetta" come l'hanno definita gli analisti di Piazza Affari la turbolenza che si è abbattuta in questa settimana sulla Borsa di Milano che oggi chiude in deciso ribasso cedendo il 2,66% a 15.346,55 punti, dopo essere sceso fino a quota 15.210,73. Precipitano i gruppi bancari, in una giornata comunque difficile per tutto il settore in Europa (l'indice Dj stoxx del comparto del credito dell'area euro è sceso di oltre il 3%): con diversi titoli che nel pomeriggio sono passati dall'asta di volatilità, Unicredit ha concluso in calo del 6,55% a 0,77 euro, la Banca popolare di Milano in ribasso del 5,97% con un prezzo di 0,366 euro, Intesa San Paolo in perdita del 4,81% a quota 1,12.
Insomma, ancora una giornata pesante per i mercati finanziari del Vecchio Continente, che aprono positivi sulla scia dell'iniezione di fiducia di ieri, determinata dal taglio di tutti i tassi di interesse dello 0,25% deciso dal Consiglio direttivo della Bce e dall'annullamento del referendum in Grecia. Ma l'effetto ben presto svanisce, le piazze azzerano i guadagni e passano in territorio negativo. Non giova l'avvio in ribasso di Wall Street, dove il Dow Jones apre in ribasso dello 0,3% per incrementare le perdite nel corso della seduta. Ma certamente a determinare le oscillazioni prima, e il calo successivamente, sono le notizie che arrivano dal G20 di Cannes. Il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente della commissione Ue Jose Manuel Barroso, il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde e il presidente francese Nicolas Sarkozy confermano infatti l'indiscrezione relativa alla richiesta da parte dell'Italia del monitoraggio da parte dell'Fmi e della Commissione europea delle misure annunciate. Una notizia che fa schizzare lo spread tra Btp e Bund che arriva a sfiorare i 460 punti. Altro elemento che insiste sull'andamento delle piazze finanziarie, e in particolare del comparto bancario, la diffusione della lista dei 29 istituti che per il Fsb devono assicurare più stabilità patrimoniale. Tra queste anche l'italiana Unicredit.
In sintesi, Piazza Affari chiude la settimana con una seduta di forti ribassi, facendo peggio in Europa solo di Francoforte: bruciando di fatto ben 8,7 miliardi di euro di capitalizzazione. Nel paniere principale della Borsa di Milano il peggiore è Ansaldo Sts, che nella giornata dei conti del terzo trimestre è scesa del 7,36% a 7,04 euro. Male anche Finmeccanica, che ha ceduto il 5,26%. Ma ad appesantire il listino, con la forte corrente di vendite iniziata nel pomeriggio, sono state soprattutto le banche: in una giornata difficile per tutto il settore in Europa (l'indice Dj stoxx del comparto del credito dell'area euro è sceso di oltre il 3%) e con diversi titoli passati dall'asta di volatilità, Unicredit che ha concluso in calo del 6,55% a 0,77 euro, la Banca popolare di Milano in ribasso del 5,97% con un prezzo di 0,366 euro, Intesa SanPaolo in perdita del 4,81% a quota 1,12. Male anche Mps (-4,73%) mentre hanno provato a contenere le perdite Mediolanum e Ubi, che hanno chiuso con una perdita rispettivamente dell'1,93% e dell'1,92%. Tra i titoli a maggiore capitalizzazione, forti vendite su Fiat (-5,48%) e Fiat industrial (-4,41%). In evidente calo anche tutta la 'galassia Ligrestì (Fondiaria Sai -4,31%, Premafin -8,15%, Milano assicurazioni -8,17%). Ha chiuso invece invariata rispetto alla vigilia Stmicroelectronics mentre Buzzi Unicem si è mossa in controcorrente dell'1,44% a 7,04 euro. (Fonte: Adnkronos - Ansa - Il Velino)
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