domenica 9 ottobre 2011

L'appello della massoneria: "Sud alza la voce"

 di Enzo Musella
"Sud alza la voce. Il Mezzogiorno ha avuto fantasia e intelligenza. Il cittadino deve avere una rabbia salutare, pretendere diritti e uscire dalla rassegnazione. Dove c'è libertà c'è una bandiera universale per la quale vivere e morire". E' l'appello della massoneria italiana rivolto a Napoli e al Mezzogiorno d'Italia, a parlare è il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, dal Teatro di Corte di Palazzo Reale a Napoli, dove ieri si è tenuto il talk show "Dalla Campania per l'Italia", condotto da Alessandro Cecchi Paone.

Ieri, nel teatro reale c'erano oltre cinquecento persone tra Massoni e rappresentanti della società civile. Si sono dati appuntamento, per ribadire che da Sud non si scrive una vicenda minore, né la storia dei vinti. Il filo rosso che ha cucito gli interventi è stato il bisogno di ritrovare segni di unità nazionale per costruire il futuro e darvi un senso, delineando l'importanza del nuovo ruolo della massoneria in un momento in cui il Paese vive una profonda crisi etica e morale.  
Michele Di Matteo, presidente del collegio dei Maestri Venerabili di Campania e Basilicata, ha dato inizio ai lavori, sottolineando proprio quest'ultimo aspetto. "Oggi, una nuova guida, una nuova Gran maestranza ha compreso che dovevamo riappropriarci del nostro ruolo - ha detto - dobbiamo ritornare ad essere punto di riferimento ed artefici di un nuovo risorgimento, ne ha bisogno l'Italia e sopratutto il meridione del Paese, ne ha bisogno la Campania e Napoli, e noi non ci sottrarremo a questo impegno. Al di là di facili strumentazioni e di teoremi, che i vari personaggi di turno hanno cercato di dare alla massoneria - ha ricordato - oggi è il momento di ribadire che la nostra istituzione, attraverso i nostri Fratelli è stata sempre presente nei momenti difficili del nostro Paese, formando nei nostri Templi uomini migliori che lavorano per unire, per costruire un mondo dove ideali come, Libertà Fratellanza Uguaglianza, non siano vuote parole".
A tal proposito abbiamo domandato a Giuseppe Troise, Gran Sorvegliante del Grande Oriente d'Italia: Quanto è importante anche per la Massoneria saper comunicare? "E' una sfida importante che si pone la massoneria italiana. Occorre chiarire al grande pubblico la differenza fra massoneria regolare e storicamente gloriosa testimone di civiltà e consorterie apparentemente deviate, equivoche e prive di dignità ed affidabilità - afferma Troise - così come potrebbe anche essere giunto il tempo di raccontare alla carta stampata e ai grandi numeri dell’audience televisiva il suo ruolo umanitario, filantropico e affratellante nella società italiana. Insomma, va affrontata anche questa sfida, ma in modo equilibrato".  
È stata quindi la volta di Valerio Zanone, presidente del Comitato del Grande Oriente per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. "In questi 150 anni, l'Italia ha fatto più strada che nel periodo precedente, ma è importante dire che non è perduta né conquistata: celebriamo l'Unità non solo per ragioni storiche ma per ritrovare il fondamento di un vincolo unitario che è indissolubile".
Lo storico Piero Crateri, dell'Università "Suor Orsola Benincasa" di Napoli, ha sottolineato come:  "la Massoneria abbia avuto un ruolo centrale nella difesa della struttura dello Stato. Ora bisogna recuperare creatività, perchè le attitudini degli scorsi decenni non sono finite".
Santi Fedele, dell'Università di Messina, ha invece sottolineato come: "in queste celebrazioni si sia assistito ad una strana controstoria, quasi una celebrazione dell'Unità al rovescio. Il Risorgimento fu opera di elite urbane, che nelle loro componenti mazziniane e repubblicane, si sforzarono di allagare il consenso".

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