martedì 11 ottobre 2011

Si prospetta un autunno rovente per Scuola e Università: è guerra tra i collettivi universitari e il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini

di redazione
«Affermazioni francamente sconcertanti»: così il Coordinamento nazionale dei collettivi universitari definisce l'intervista al ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, pubblicata ieri su La Repubblica. «Il ministro - affermano in una nota - sostiene che è pronta ad ascoltare i giovani che protestano, come se le mobilitazioni studentesche fossero cominciate due giorni fa, facendo finta di dimenticare che gli studenti sono anni che scendono in piazza e non per difendere lo status quo, come dichiara la Gelmini, ma anzi per affermare che i tagli alla scuola e all'università pubblica devono finire, che l'istruzione pubblica italiana versa in uno stato di profondo degrado e che dunque è necessario invertire la rotta,
 

sia in termini di investimenti che di politiche per l'istruzione e la ricerca».
Secondo gli studenti, il ministro «sembra quasi volersi assolvere dalle proprie colpe, scaricando queste sui tagli effettuati da Tremonti». «Che Tremonti abbia avuto un ruolo decisivo sul definanziamento di scuola, università e ricerca non c'è ombra di dubbio - convengono - allo stesso tempo però non possiamo non sottolineare come la Gelmini sia stata l'esecutrice dei tagli di Tremonti, approvando una riforma a dicembre 2010 che cancella il diritto allo studio, cancella la figura del ricercatore a tempo indeterminato e permette l'ingresso dei privati nei Consigli di Amministrazione degli atenei pubblici». «Un serio ministro dell'Istruzione, che avesse avuto davvero a cuore le sorti della scuola e dell'università - aggiungono - di fronte ai tagli di Tremonti avrebbe dovuto fare una sola cosa: dimettersi ed uscire dal Governo. Così non è stato e le parole rilasciate nell'intervista non fanno altro che aumentare la rabbia e l'indignazione di centinaia di migliaia di studenti che giorno dopo giorno si vedono privati del loro diritto allo studio». «Lo scorso 7 ottobre è stata una prima, importante giornata di mobilitazione per gli studenti. Già stiamo preparando la manifestazione nazionale del 15 ottobre. La Gelmini e tutto il Governo non vivranno sogni tranquilli in questo autunno che si preannuncia rovente», concludono. (Fonte: Ansa)

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