di Valeria Pollio
Nel mondo, quello del collo dell’utero è il secondo cancro della donna per frequenza e, in Italia rappresenta quasi il 2% di tutti i tumori maligni femminili. Secondo le rilevazioni dei Registri tumori, solo nel periodo 2003-2005 nel nostro Paese si sono verificati 8,6 casi per 100.000 donne. Tra le cause conclamate spicca lo Human Papilloma virus (Hpv), trasmissibile nella maggior parte dei casi tramite rapporti sessuali con partner portatori dello stesso virus.
Una volta contratto, si replica nelle cellule dell’epidermide generando lesioni. Solo il 94% delle donne sa che l'Hpv è responsabile di diversi tumori, soprattutto di quello al collo dell'utero, mentre l' 83% è a conoscenza del fatto che può causare altre patologie dell'apparato genitale.
Non è lo screening la sola via per la prevenzione. Recentemente è stato messo a punto il vaccino contro Hpv, ma cos’è? In Italia, secondo quanto dichiarato dal Censis, la campagna di informatizzazione su questo vaccino sembra sia stata deludente. Dall’indagine del Censis è emerso che la quota di bambine, ragazze e donne italiane fino a 55 anni che lo hanno effettuato è stata pari al 7,2%, una piccola percntuale. In più, a destare stupore è il fatto che circa 3500 donne fra i 18 e i 55 anni hanno richiesto maggiori chiarimenti. Potremmo dire che 4 donne su 5 hanno considerato le informazioni che circolano sull'Hpv e la vaccinazione poco chiare. Il quadro non è certo rassicurante. Le principali fonti d'informazione stampa e televisione sono state citate dal 30% circa delle donne. Marginale, purtroppo, sembra sia risultato il ruolo dei professionisti della salute, tra i quali prevale la figura del ginecologo (12%). Le Asl, invece, se la cavano abbastanza bene. Nel 62% dei casi hanno rappresentato una preziosa fonte d'informazione al momento della chiamata diretta per la proposta di vaccinazione. A parte le cifre poco rassicuranti, l'80% del campione ha dichiarato di sapere che cos’è l'Hpv. Le donne che hanno dimostrato di conoscere il problema e l’annesso piano di prevenzione tramite vaccino sono madri di figli che rientrano nelle fasce d’età interessate per la campagna pubblica di vaccinazione. Non manca tanta confusione. Meno della metà delle persone prese in esame collega il virus ai condilomi genitali e quasi il 70% ritiene erroneamente che colpisca solo le donne. L' 8% crede lo Human Papilloma virus sia responsabile dell'Aids, il 7% dell'epatite. Il calo d’attenzione sul tema “cancro dell’utero e Hpv” si è avvertito non solo nella teoria, ma anche nella pratica. Secondo quanto rilevato dal Censis si è verificata, infatti, una “progressiva riduzione del numero delle ragazze vaccinate nelle fasce di età che possono accedervi gratuitamente”. E’ questa la lampante dimostrazione che si è parlato poco e male della campagna di vaccinazione. “E’ dunque necessario un impegno ulteriore da parte delle istituzioni, prima di tutto attraverso il potenziamento della funzione informativa, che gli italiani attribuiscono al servizio sanitario nazionale”- avverte il Censis -. Fondamentale è un piano di informatizzazione più chiaro e completo, affinché si possa comprendere il grado di pericolosità del Papilloma virus.
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