Roma - 2 novemvre ore 23,45 - Il Consiglio dei Ministri vira su un maxi-emendamento: no prelievo e patrimoniale. Convincere i partner europei e mondiali domani a Cannes è una mission impossibile
di Enzo Musella
La lettera d'intenti presentata da Silvio Berlusconi a Bruxelles all'Europa pesa come un macigno sulle sorti dell'Italia. Mantener fede agli impegni assunti con Germania e Francia in primis sembra una missione impossibile, così come quella di realizzare una manovra finanziaria dell'ultim'ora tutta rivolta allo sviluppo del Paese.
Convincere i partner europei (e mondiali); tranquillizzare i mercati; e accontentare, infine, anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha definito e a ragione, le misure da prendere “urgentissime”.
Questa la difficile mission dell’esecutivo che ha riunito per quasi due ore il Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno un provvedimento con all’interno misure straordinarie. Impegni concreti da portare innanzitutto a Cannes sul tavolo del G20. Il tutto, naturalmente, ricalcando almeno in parte i punti annunciati alla Ue con la lettera d'intenti presentata da Silvio Berlusconi a Bruxelles. Lo strumento da utilizzare – che sulle prime doveva essere un decreto – è stato invece un maxi-emendamento alla legge di stabilità all’esame del Senato. Un ddl che sarà approvato entro la prossima settimana. Una virata chiesta – a quanto riferiscono fonti parlamentari - dallo stesso Napolitano per rendere il testo oggetto di larga condivisione. E per scongiurare l’eventualità che un decreto diventasse corsia preferenziale anche per misure non necessarie e urgenti e nel quale inserire provvedimenti poco attinenti con la crisi economica. Nel maxi-emendamento non figurano prelievi forzosi sui conti correnti e non si ricorrerà a una patrimoniale. Esclusi, poi, anche le norme sul mercato del lavoro. Dovrebbero esserci invece accelerazioni per dismissioni e valorizzazioni del patrimonio pubblico, il rapido avvio delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni. Dovrebbe essere previsto inoltre un cospicuo piano per il sud. Poi norme per la semplificazione burocratica e normativa, e forti incentivi allo sviluppo.
"Domani spiegherò che entro 15 giorni ci sarà la legge che conterrà le prime misure per far fronte alla crisi e rilanciare lo sviluppo. Spiegherò che l'Italia rispetterà gli impegni presi con l'Europa". Lo ha detto, a quanto si apprende, il premier Silvio Berlusconi intervenendo in Consiglio dei Ministri e spiegando che la lettera di impegni consegnata a Bruxelles sarà "divisa" in tre provvedimenti: una parte nel maxiemendamento approvato stasera nel Cdm, il resto in un dl e un ddl.
Ad aprire la riunione del Consiglio dei ministri, a quanto raccontano alcuni presenti, sarebbe stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta che avrebbe spiegato il motivo per cui non si è potuto procedere con un decreto legge. A quel punto, spiegano sempre alcuni presenti, a prendere la parola sarebbe stato il ministro Calderoli manifestando la sua contrarietà nello stoppare un decreto legge che, avrebbe detto, consente di dare una risposta immediata alle richieste dell'Europa. Dopo Calderoli sarebbe intervenuto il Cavaliere. Berlusconi non avrebbe nascosto la sua volontà di procedere con un dl spiegando però ai presenti che non era possibile andare avanti in quella direzione. Il capo del governo però avrebbe sottolineato che il cambio di strategia non gli impediva di fornire rassicurazioni ai "grandi" che da domani saranno riuniti a Cannes per il G20: Spiegherò - avrebbe detto il Cavaliere - che le scadenze saranno rispettate e che tra 15 giorni approveremo la legge di stabilità che contiene il maxiemendamento approvato dal governo.
Dismissioni degli immobili, con attenzione anche al patrimonio della difesa; misure per favorire con la leva fiscale gli investimenti in infrastrutture pubbliche; norme sul trasporto locale e quelle relative al pubblico impiego. Potrebbero essere queste le misure che troveranno spazio nel maxiemendamento del governo. Secondo quanto si è appreso, al momento, il testo - e in particolare la suddivisione delle norme tra emendamento, successivo decreto e possibile disegno di legge - non è ancora stato definito nei dettagli. Alcuni tavoli tecnici lavoreranno anche domani per limare le misure che saranno inserite come emendamento alla Legge di Stabilità. Secondo quanto si apprende, al termine della riunione sarebbe stato consegnato un testo con le misure che però potrebbe non corrispondere a quello del maxi emendamento. Il termine per gli emendamenti, comunque, è stato fissato a venerdì dalla commissione Bilancio del Senato. Uno dei nodi è che la legge di Stabilità, così come previsto dalla riforma delle leggi di bilancio, non può essere emendata con qualsiasi tipo di contenuto. In particolare possono essere inserite le sole misure che hanno impatto diretto sui «saldi» e tra queste non possono figurare misure per lo sviluppo. Potrebbero invece trovare spazio: le norme per le dismissioni del patrimonio pubblico, che incidono sul debito; le misure sul trasporto locale, che impattano sui conti degli enti territoriali; le norme per favorire le infrastrutture, che utilizzano la leva fiscale; le norme sul pubblico impiego e sulla pubblica amministrazione, per le quali è previsto un apposito capitolo nella nuova «Finanziaria».
Questa è la concitata cronaca di una giornata che potrebbe segnare la fine della legislatura, il Governo è troppo debole, la maggioranza in Aula è risicata ed in queste ore in un albergo di Roma è in corso una riunione a cui sembra stiano partecipando diversi parlamentari del Pdl pronti a sfiduciare il Premier. Rispunta la lettera degli "scontenti" del Pdl a Silvio Berlusconi, anticipata la scorsa settimana dall'Ansa, per chiedere un allargamento della maggioranza. Il documento sta circolando in queste ore per la raccolta delle firme, spiegano alcuni parlamentari del partito del premier interessati all'iniziativa. Allo studio dei frondisti ci sarebbe anche un nuovo gruppo parlamentare autonomo dal Popolo della libertà. Un progetto che sarebbe stato messo sul tavolo dei numerosi incontri della giornata. Anche se non tutti sono d'accordo. C'è chi tra i "malpancisti" preferirebbe tradurre il malcontento in un documento o chi resta attendista. Ma il crollo in Borsa di ieri ha fatto di nuovo schizzare a livelli di guardia l'agitazione dentro il Pdl. Nonostante Berlusconi si dica fiducioso di recuperare anche chi, come Roberto Antonione, il suo addio lo ha già pronunciato. «Abbiamo una maggioranza in grado di votare i singoli provvedimenti», ha rassicurato i suoi Berlusconi, nell'intervento all'ufficio di presidenza del Pdl di questa sera a Palazzo Grazioli. Il presidente del Consiglio, dopo aver incontrato a pranzo anche gli ex Fli Urso, Ronchi e Scalia (che starebbero lavorando, girano voci non confermate, a una componente autonoma insieme a Buonfiglio), ha invitato i suoi a coinvolgere tutti e ha ostentato ottimismo circa la possibilità di arginare l'emorragia dello scontento. Ma il bollettino interno al Pdl racconta una nuova giornata di pranzi, caffè e prese di distanza dal Cavaliere. Come quella, non scontata, di Maurizio Paniz, capogruppo in Giunta per le Autorizzazioni. Berlusconi ha sbagliato, afferma l'avvocato-deputato del Pdl. Che candida Gianni Letta (o in alternativa Renato Schifani) alla guida di un governo del centrodestra che traghetti il Paese alle elezioni nel 2013. Mentre già circola la lettera al premier, c'è chi invoca prudenza almeno fino al G20 di Cannes di domani. E c'è chi invece spinge perchè si dia comunque vita a una componente autonoma del gruppo Misto, che convogli gli scontenti e costituisca il nucleo fondante di un eventuale gruppo autonomo. «Siamo in alto mare - afferma Antonione - stiamo riflettendo su come rappresentare la nostra posizione politica». Dalla partita sembra essersi sfilato Claudio Scajola (a lui sarebbe stato offerto, si racconta in ambienti del Pdl, di tenere le fila delle liste elettorali in caso di voto anticipato). Ma l'allarme è alto. Come rivelano anche le parole pronunciate dal segretario Angelino Alfano nell'ufficio di presidenza: «C'è un'opa ostile contro di noi, per attirare una decina di deputati dando loro l'illusione di non fare un'operazione di trasformismo, ma di andare in un partito nuovo, con un finto simbolo nuovo». Nel Pdl si lavora perciò ad arginare l'attacco e reggere almeno fino a Natale, scongiurando il «governo del ribaltone». (Fonte: Ansa - Adnkronos - Il Velino) Ultimato alla 00.23 del 3 novembre 2011
Nessun commento:
Posta un commento