di redazione
La sanità pubblica in Italia viaggia a due corsie. Fondamentali le differenze tra il Nord e il Sud del Paese, nonostante i grandi miglioramenti negli indici di salute e dell'aspettativa di vita, in Italia ci si ammala e si muore in modo diverso a seconda della collocazione geografica, economica e sociale. Lo dimostra ad esempio il fatto che le donne del sud sono più svantaggiate per l'aspettativa di vita e che gli uomini della Campania vivono 2,5 anni in meno rispetto a quelli delle Marche.
È questo uno dei messaggi lanciati dallo studio presentato da Walter Ricciardi, igienista dell'università Cattolica, al convegno dell'Associazione italiana di epidemiologia. Nell'indagine si fa una radiografia della salute della popolazione italiana in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Questi i punti principali: tutta la popolazione italiana sta invecchiando. La Campania è la regione più giovane, mentre la Liguria la più vecchia. Il tasso di fecondità, sebbene in lieve ripresa (1,42 figli per donna), non è sufficiente a garantire il ricambio generazionale (circa 2,1 figli per donna). Tra il 2006-2010 le donne hanno guadagnato 0,3 anni di speranza di vita alla nascita, mentre gli uomini 0,7 anni, in parte perchè le donne stanno assumendo più abitudini meno salutari degli uomini. Per patologie invalidanti e costose, quali malattie cardio-vascolari, cancro, diabete e malattie respiratorie croniche, e nell'offerta di servizi preventivi, è evidente la differenza Nord-Sud. I risultati migliori li ha il Settentrione, anche grazie alla tempestiva adesione al Piano nazionale della prevenzione da parte delle Regioni. Nel Nord c'è una riduzione delle persone obese e una maggiore partecipazione allo screening mammografico (Nord: 61,5%, Sud: 34,3%), e di gente che fa sport. Il 40,2% delle persone conduce una vita sedentaria. Uno stile di vita che, insieme alla cattiva alimentazione, porta a sovrappeso e obesità. Le persone maggiorenni in sovrappeso o obesità sono aumentate e arrivate ad essere il 35,5% in sovrappeso, e il 9,9% obese. La prevalenza di persone in sovrappeso è in Basilicata (41,0%) e di quelle obese in Campania (11,5%). Sebbene nel 2008 vi sia stata una lieve diminuzione del taglio cesareo (-0,25%) rispetto al 2007, la variabilità interregionale è ancora ampia. Si va dal 23,64% del Friuli-Venezia Giulia al 61,96% della Campania. Il tasso di mortalità infantile è invece calato da 3,7 a 3,3 per 1.000 nati vivi tra il 2004-2007, e il tasso di mortalità neonatale è sceso da 2,7 a 2,4 per 1.000 nati vivi. (Fonte: Ansa)
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