giovedì 10 novembre 2011

Rapporto Pit, la sanità italiana va a rotoli. Evidente il malcontento dei cittadini-pazienti

di Valeria Pollio
La sanità italiana va in fumo, e con essa anche le speranze dei cittadini. E’ tutto da rifare perché poco e niente funziona. Questo il tema centrale del 14esimo Rapporto Pit Salute del Tribunale per i diritti del malato, “Cittadinanzattiva”, tenutosi stamane a Roma. La raccolta di denunce e segnalazioni ha fatto emergere  il grave e diffuso malcontento dei cittadini. Poca è la fiducia riposta nel nostro Sistema Sanitario Nazionale. Cittadini in tilt, troppi lunghi i tempi di attesa, scarse le prestazioni erogate, polemiche sulle strutture convenzionate. Circa 23.500 le  segnalazioni da gennaio a dicembre 2010, voci forti su una sanità debole.
Nei diversi ambiti esaminati dal Rapporto del Pit sobbalza agli occhi una situazione decisamente paradossale. Sono diminuiti i servizi ed aumentati i costi. Se nel 2009 tutto il quadro non era roseo, nel 2010 è tutto nero, più della mezzanotte, a causa di un generale ridimensionamento di servizi e prestazioni, dell'aumento dei loro costi e del prolungarsi dell'attesa. A questo va aggiunta, in determinati casi, una totale assenza del servizio, causa? Inaspettate chiusure di reparti o di intere strutture. I tagli prodotti dalle ultime finanziarie hanno accentuato la crisi della nostra sanità mettendo in ginocchio alcuni settori specifici e fondamentali tra questi il servizio di Pronto Soccorso giudicato carente per le lunghe attese (42,1%), per il trasporto in ambulanza  (29,4%, +19,3% sul 2009) e per la scarsa trasparenza nell'assegnazione dei codici  (28,5%). Non mancano critiche al personale sanitario. Infatti sono aumentate sensibilmente rispetto al 2009 le segnalazioni di negligenza e disattenzione di medici ma soprattutto di infermieri. Sono stati annotati diversi errori, tra i quali dimenticare farmaci incustoditi nelle camere dei pazienti, poco importa se li assumono o meno. Oppure la mancata applicazione delle sbarre di protezione ai letti dei pazienti non autosufficienti.
Il personale medico si abbandona spesso ad errori sia in ambito diagnostico che terapeutico. Le denunce maggiori riguardano l’oncologia e l’ortopedia.
Dall’analisi di questo rapporto emergono ancora la mancata empatia tra medico e paziente, che il più delle volte avverte di essere poco seguito e di trovarsi  in ambienti caotici; la questione riguardante le liste d’attesa, in forte aumento rispetto al 2009, soprattutto per esami diagnostici in settori fondamentali quali quelli cardiologici o oncologici. Dove in pratica le diagnosi dovrebbero essere tempestive, per salvaguardare la vita del cittadino-paziente, le attese si moltiplicano.
Altro aspetto che emerge è  la carente informatizzazione delle cartelle cliniche. Riferito ad una società dove  tutto corre attraverso la rete informatica, la tecnologia applicata al nostro sistema sanitario sembra essere un mito lontano. Poche infatti le strutture che si sono adeguate ai tempi correnti, abbandonando il cartaceo. Chissà cosa resterà della sanità italiana.


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