Il deficit finanziario accumulato dalla Sanità pubblica in Campania è giunto a 8 miliardi di euro
Intervista di Enzo Musella, ecco i passaggi chiave:1) Il deficit finanziario accumulato dalla Sanità pubblica in Campania ammonta a 8 milardi di euro;
2) La casta dei "Baroni Universitari" non ha compreso che il tempo delle vacche grasse è finito, tutti devono fare la propria parte e accollarsi le proprie resposnabilità, ecco perchè non sono ancora stati firmati i protocolli d'intesa che regolano i rapporti finanziari tra Università e Regione;
3) Il Caso - ad agosto un docente universitario della Federico II pur avendo 20 posti letto liberi e 20 tra infermieri e medici non ha dato disponibilità di posti letto al 118, denucerò il Prof. alla Corte dei Conti.
La Sanità pubblica in Campania è giunta ad un punto di non ritorno, il debito accumulato dal sistema sanitario regionale è arrivato a toccare gli 8 miliardi di euro. Una cifra apocalittica alla quale sembra impensabile far fronte. Il dato emerge in tutta la sua gravità in un intervista che l'europarlametare Enzo Rivellini, membro della Commissione Sanità del parlamento europeo, ha rilasciato al quotidiano online "Italia Sud Sanità". Dall'intervista emergono anche inquietanti ed inediti retroscena di cronaca che risalgono al mese di agosto. Un primario, docente universitario della Federico II, nega la disponibilità di posti letto al 118, seppure in quel momento aveva a disposizione 20 posti letto ed altrettanti tra infermieri e medici impegnati all'assistenza di un solo paziente.
On. Rivellini a quanto ammonta il deficit sanitario della Regione Campania?
"Fino al 1997 il bilancio della Sanità della nostra Regione era pari a zero, non c'erano sforamenti. E' da questa dato che sono cominciati i problemi, parliamo della gestione Bassolino e Montemarano. In particolare Montemarano prima di ricoprire la carica di assessore regionale alla sanità è stato direttore generale dall'Asl Napoli 1, l'azienda sanitaria più indebitata d'Europa, che oggi da sola rappresenta il 50% del buco finanziario della Regione Campania. Insomma, a partire da quella data e fino ad oggi siamo giunti ad un deficit di 8 miliardi di euro. I più ottimisti parlano di 6,5 miliardi di euro ma non considerano i vari sforamenti o le partite fuori bilancio, le posso garantire, che sull'entità del buco finanziario non ci sono dubbi".
C'è chi spera in un intervento del Governo centrale che però è già alle prese con il debito pubblico nazionale che ammonta a 1900milairdi di euro. Insomma, come si esce da questa impasse?
"Il problema non è soltanto economico. Occorre procedere con una bonifica virtuosa, cancellare una serie di consulenze e spese inutili, agire e tagliare gli sprechi, e ce ne sono. Si sta agendo verso una razionalizzazione delle spese, i cittadini della Campania stanno facendo molti sacrifici per coprire il deficit e l'aspetto grave è che non ricevono in cambio un adeguato livello assistenziale. Caldoro, nella qualità di sub-commissario alla Sanità sta facendo il possibile anche se non dobbiamo fare il 'ragioniere Fantozzi' della situazione, ma una cosa diversa, non dobbiamo guardare solo i conti, è indispensabile garantire al cittadino un livello accettabile di assistenza sanitaria".
A tal proposito, come giudica la circostanza che vede i protocolli d'intesa tra Regione e Università fermi a quelli del 2007, mentre i due Policlinici napoletani che fanno capo alla Sun e alla Federico II sono sull'orlo della bancarotta?
"Ho letto e sentito molte inesattezze sulla mancata firma dei protocolli d'intesa, scritte dai giornali e dette dai medici. E' il mondo delle 'Baronie universitarie' che non vuole firmare la convenzione già firmata dal Ministro dell'Economia e della Salute. Non lo vuole perchè ci sono circa 500 milioni di debito accumulato dalle università che non vogliono accollarsi, scaricando tutto sulla Regione senza fare l'analisi di quanto accaduto prima".
Quando parla di "baronie universitarie" cosa intende dire?
"Non è un dispregiativo, ci sono moltissimi medici che svolgono egregiamente il proprio lavoro, ma la casta delle 'baronie universitarie' esiste e deve capire che il tempo delle vacche grasse quando i docenti universitari potevano fare e disfare quello che gli pareva. Le faccio un esempio emblematico di quanto dico, nel mese di agosto ben 25 lavoratori operativi in un reparto del Nuovo Policlinico, tra medici ed infermieri, hanno occupato un solo posto letto dell'intero reparto che negavano nella disponibilità al 118 che chiamava per richiedere posti letto".
Di quale reparto si tratta e chi è il primario?
"Al momento opportuno farò nome e cognome di questo professore della Federico II che denuncerò alla Corte dei Conti. Si tratta di una situazione gravissima, in quel reparto, ad agosto, c'era un solo paziente ricoverato perchè parente di uno degli infermieri del primario".
Ritornando alla firma dei protocolli d'intesa, c'è da dire che Canfora, il Dg dell'azienda sanitaria della Federico II, ha detto che è stata la Regione a stabilire che per l'azienda che dirige sono necessari 191milioni di euro e non i 145 che riceve dal 2008. Il debito nasce da qui. Cosa ne pensa?
"La risposta è semplice, ho lottato per anni affinché il numero dei primari in carico alle due aziende universitarie venisse ridotto, alla fine ci sono riuscito, oggi i primari sono scesi del 30%, circa 300 unità in meno nonostante ciò l'assistenza ai pazienti non ha subito variazioni. Sembra evidente che prima si esagerava e molti di questi primari erano figli di una politica baronale che aiutava il mondo universitario e non certo quello dei pazienti. Inoltre, nessuno ha fatto un indagine su quella miriade di corsi universitari ai quali partecipano pochissimi studenti. E' impensabile che qualcuno pensi ancora che l'università possa essere ancora gestita in questo modo e soprattutto verificare che i primari dei Policlinici napoletani hanno sempre lo stesso cognome, ecco perchè considero le 'baronie universitarie' una casta. In momenti di crisi economica non si può passare sopra a cose del genere, occorre che tutti si ribocchino le maniche e facciano il proprio dovere, bisogna tirare la cinta, l'amministrazione da una parte e i professori universitari dall'altra".
"A questo punto è il caso che lei mi risponda a questa domanda; l'unico reparto di neuropsichiatria infantile disponibile in Campania è ubicato al Vecchio Policlinico, da settembre non è più possibile effettuare ricoveri h24 perchè gli unici due medici rimasti sono il primario e un medico, una cosa del genere non è scandalosa?
"Indubbiamente. E' il caso che le ricordi quanto detto prima, se ad agosto c'era un intero reparto completamente vuoto al Nuovo Policlinico è impensabile accettare che ci siano reparti chiusi per mancanza di medici, è qui che deve intervenire la buona amministrazione".
"Quindi colpa di Morlacco e Coppola, i due sub commissari alla Sanità delegati da Caldoro?
"Dobbiamo finalmente incominciare a fare nomi e cognomi e pretendere che le regole vengano rispettate".
Sta di fatto che la Regione ha messo a disposizione della neuropsichiatria del Vecchio Policlinico due medici specialisti, che però, per problemi burocratici, arriveranno in reparto solo a febbraio 2011. Non le sembra un'altra assurdità?
"Questa è una storia che mi fa saltare dalla sedia, ha fatto bene a denunciarmi questo disservizio, già dal prossimo lunedì mi rivolgerò a chi di competenza. Inoltre è giusto aggiungere che il commissariamento di un assessorato permette di assumere decisioni straordinarie, ed è quello che pretenderò".
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