di Jacopo Di Bonito
Nel mondo 42 milioni di bambini sono a rischio obesità. In Italia un bambino su tre è obeso. Gli inviti a seguire un’alimentazione sana ed equilibrata restano inascoltati. E mentre l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) la riconosce ufficialmente come epidemia mondiale, nel nostro paese si moltiplicano le patologie ad essa dovute. ”Circa il 35% dei ragazzi dai 5 ai 17 anni è sovrappeso (23%) o obeso (12%)”. A lanciare l’allarme è il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, nel corso della trasmissione "Ippocrate", in onda su Rai News 24. Dai dati forniti emerge una situazione allarmante.
La cattiva alimentazione ed una vita sedentaria sembrano essere le cause principali della preoccupante malattia. Il confine tra sovrappeso ed obesità viene giornalmente superato a favore di quest’ultima. ”I bambini mangiano junk food: merendine, cibi spesso confezionati a fortissimo contenuto calorico”. Spiega il ministro Fazio.“Ma è anche colpa della scarsa attività fisica nelle scuole. Noi – aggiunge - dobbiamo contrastare questa tendenza. Il problema principale non e' la popolazione adulta - ammette il ministro - siamo al 25esimo posto nell'Ocse, ma i ragazzi dai 5 ai 17 anni, e in questa fascia d'età abbiamo situazioni preoccupanti”.
Secondo studi statunitensi l’obesità è una delle principali cause di morte prevenibile nel mondo e proprio per questo la prevenzione è fondamentale. Della stessa idea è il ministro Fazio: “nella lotta all’obesità la prevenzione riveste sicuramente un ruolo fondamentale da affiancare alla terapia. Negli ultimi 30 anni l’obesità è più che raddoppiata nel mondo e stime indicano che 1,5 miliardi di adulti siano in sovrappeso e più di mezzo miliardo di essi siano obesi facendo così diventare globale il “problema” obesità”. Dichiara Fazio. “Per inquadrare ancora meglio la situazione si calcoli che nel 2010 il numero dei bambini in sovrappeso di età inferiore ai 5 anni è stato stimato in oltre 42 milioni, di cui l’80% nei Paesi in via di Sviluppo. In Italia, secondo le statistiche dell’OECD, un adulto su dieci è obeso, ponendo il nostro Paese al 25° posto nella classifica mondiale. L’obesità rappresenta uno dei maggiori rischi per parecchie malattie e può causare gravi disturbi cardiovascolari, diabete, problemi alla strutture ossea e muscolare, endometriosi, cancro al colon”. Conclude il ministro. Anche nel problema obesità l’Italia è divisa in due. Il nord ed il sud vivono situazioni differenti. I dati più preoccupanti riguardano il meridione e precisamente la Campania., che con un bambino su due a rischio obesità conquista la tristissima maglia nera nazionale.
Nella lotta contro la malattia l’Italia sembra ricoprire un doppio ruolo europeo. Secondo una ricerca comparativa con Francia, Regno Unito, Polonia, Belgio e Danimarca si evince da un lato che gli italiani hanno la percezione più alta dei rischi di sicurezza alimentare e dell'allarme obesità, attestandosi tra i più favorevoli a politiche pubbliche di supporto alle buone pratiche nutrizionali, dall’altro se si tratta di contribuire finanziariamente all'attuazione e sviluppo di progetti di lotta all'obesità, sono tra i primi a tirarsi indietro. A rompere gli indugi e a presentarsi come nazione leader nella lotta contro l’obesità è la Danimarca , che ha introdotto la Fat Tax , ovvero un aumento di circa due euro su tutti quegli alimenti più ricchi di grassi saturi. L’Europa si sta muovendo. L’Italia sembra invece, nonostante le buone intenzioni, rimanere ferma al palo. L’allarme del ministro Fazio ha riacceso le luci sul problema, che non può e non deve essere sottovalutato.
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