di Marina Ranucci
Il primo “Libro bianco della Buonasanità”. È stato presentato a Roma, e realizzato a cura della Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere (Fiaso), in collaborazione con la redazione Ansa e col contributo dell'azienda Abbott. Il libro raccoglie il risultato di 69 progetti attuati nelle aziende sanitarie ed ospedaliere italiane. Oltre 150 esperienze raccolte negli ultimi due anni che hanno visto l’introduzione di innovazioni all’interno delle strutture per migliorare le qualità del servizio. Letti “swing” o “flessibili” per ridurre i tempi di attesa al pronto soccorso e aumentare i ricoveri diurni a scapito di quelli notturni oltre per affrontare momenti di iperafflusso improvviso al pronto soccorso;
“chat” per dare in tempo reale informazioni sulle prestazioni sanitarie; telecardiologia e bioingegneria dei tessuti. Queste tra le più importanti misure innovative adottate in particolare al Nord, da cui provengono 50 buone pratiche, ed in Emilia Romagna, presente da sola con 25 esperienze. Tutti casi che l'Osservatorio Fiaso giudica esportabili su scala nazionale per migliorare la qualità di prestazioni e servizi sanitari riducendo i costi. Giovanni Monchiero, presidente Fiaso, spiega: «una raccolta che è il contributo che, come aziende, offriamo in questa fase così difficile del Paese per dimostrare con i fatti che è ancora possibile coniugare buona qualità dei servizi e sostenibilità economica» conclude, Monchiero. Tante, quindi, le esperienze raccontate e segnalate per il maggior impatto sulla qualità percepita dai cittadini-utenti, che andranno a far parte di una rete a cui tutte le aziende potranno accedere, come annunciano i dirigenti. «Stiamo producendo un archivio di buone pratiche in settori diversi - spiega Valerio Fabio Alberti, vice presidente Fiaso - che serve a rendere disponibile alle aziende sanitarie buone pratiche fatte in altre aziende in modo da facilitarne l'implementazione. Iniziativa – continua Alberti - che rientra nel nostro lavoro di direttori generali e che è il crinale fra qualità dei servizi e governo dei costi, perché spesso, come alcune esperienze hanno dimostrato, la qualità migliora anche i conti». Insomma, per sfatare il mito della “malasanità”, i dirigenti forniscono ben sessantavone esempi da prendere in considerazione per migliorare la qualità dei servizi offerti e diminuire i costi.
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