lunedì 9 gennaio 2012

Le grandi aziende licenziano, le microimprese assumono: ecco il miracolo targato Meridione

di Jacopo Di Bonito
La crisi avanza, la disoccupazione aumenta e le piccole imprese assumono più di quelle grandi. Il mito dell’assunzione in una grande azienda, come garanzia di sicurezza, è scomparso. I posti di lavoro concreti, almeno in Italia, vengono offerti solo dalle piccole e medie imprese; quelle da meno di 10 dipendenti, per intenderci. “Nel 2011 le imprese con meno di 10 dipendenti hanno offerto un lavoro a 4 persone su 10; molto di più rispetto al caso delle grandi imprese oltre i 250 dipendenti (poco più di 2 persone su 10)”.  La ricerca effettuata dalla fondazione Impresa parla chiaro.
Le aziende più piccole assumono più di quelle grandi. Ma non è finita qui. “Sono proprio le microimprese – si legge in una nota della fondazione -  ad offrire di più il posto fisso: il 47% delle assunzioni non stagionali delle microimprese è a tempo indeterminato, un dato superiore di 2 punti percentuali rispetto al dato complessivo (44,9%)”.
Incuranti della situazione economica italiana e mondiale, le microimprese “non temono di investire sul fattore lavoro e sono più propense a fidelizzare i propri lavoratori attraverso contratti più stabili anche in momenti particolarmente critici per l'economia italiana e mondiale”. Continua la nota.
Secondo la ricerca sarebbero proprio le microaziende del Sud (Sicilia 66,3%, Campania 63,5% e Molise 61,9%) ad offrire contratti di lavoro più stabili; in altre parole: a proporre il cosiddetto “posto fisso”.
I dati statistici sopra evidenziati sembrano portare una ventata di aria nuova in una situazione, come quella del Sud Italia, dilaniata dal problema disoccupazione. Secondo le ultime stime la disoccupazioni giovanile nel Meridione ha raggiunto livelli preoccupanti. Circa il 35% dei giovani non ha un posto di lavoro fisso ed il tasso di inattività è schizzato al 49,6%. L’allarme è totale.
Il primato delle microimprese rispetto alle aziende più grandi lo si evince anche se si guarda alla perdita di occupazione per l’anno 2009, a detta di tutti, l’anno peggiore per le imprese italiane. Anche in questo caso le microimprese hanno fatto registrare la perdita di appena l’1% dell’occupazione mentre l'intero sistema delle imprese ha evidenziato una contrazione occupazionale doppia (-2%).
Le microimprese sembrano aver tracciato quindi una nuova, quanto rassicurante, strada economica. La crisi che incombe sull’Europa è una realtà anche del 2012. Con il dissesto economico che c’è in giro, con le grandi aziende che dichiarano fallimento, con i migliaia di “nuovi disoccupati” alle porte, “le microimprese – conclude la fondazione -  potrebbero nuovamente dimostrare di essere il vero ammortizzatore sociale dell’economia italiana”.



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