Sensibilità al glutine: la diagnosi affidata ad un algoritmo
di Jacopo Di Bonito
Nuovo passo in avanti nella lotta contro la sensibilità al glutine. La patologia, che colpisce il 6% della popolazione italiana, è una reazione alla gliadina, una proteina presente nel frumento, e ad altre proteine simili che si trovano nella segale e nell’orzo.
Se fino ad oggi i sintomi hanno spesso disorientato i medici, dalla Consensus Conference giunge un’importante novità: gli scienziati avrebbero trovato un calcolo algoritmo in grado di diagnosticare la patologia.
Se fino ad oggi i sintomi hanno spesso disorientato i medici, dalla Consensus Conference giunge un’importante novità: gli scienziati avrebbero trovato un calcolo algoritmo in grado di diagnosticare la patologia.
”Abbiamo individuato – spiega il professore - un’accurata procedura diagnostica per la sensibilità al glutine che consiste nell’escludere la celiachia e l’allergia al frumento con test appropriati”. In altre parole, si va ad esclusione.
“Per quanto riguarda i sintomi - continua Catassi - il raggio è molto ampio: i più comuni possono andare da dolore addominale, a mal di testa, spossatezza, dolori muscolari, formicolio delle estremità, fino alla depressione. Infine a differenza della celiachia, la sensibilità al glutine non segue un percorso prefissato: i sintomi possono essere più pronunciati o scomparire nel tempo”.
I dati raccolti nella Consensus Conference, la conferenza internazionale dedicata alla sensibilità al glutine, sono stati pubblicati su “BMC Medicine”. Nel lavoro,15 esperti provenienti da 7 Paesi, tra cui l’Italia, hanno stabilito una nuova definizione comune dei disturbi glutine-correlati e identificato per la prima volta i criteri di distinzione tra celiachia, allergia e sensibilità al glutine.
La diagnosi e la cura del paziente da oggi sarà più semplice, infatti: “fino a poco tempo fa - spiega Anna Sapone, della II Università di Napoli - avevamo a che fare con pazienti i cui sintomi non combaciavano con nessun indicatore preciso. Questo portava i nostri colleghi a pensare che i pazienti guariti grazie alla dieta senza glutine, stavano semplicemente beneficiando di un effetto placebo. Ora sappiamo al contrario – conclude Sapone - che i pazienti sensibili al glutine possono essere “curatì con la dieta gluten-free”.
Quindi, pochi farmaci e molta dieta. Sembra questa la strada da seguire per migliaia di pazienti italiani.
“Per la prima volta abbiamo individuato un’accurata procedura diagnostica per la sensibilità al glutine”. Ad affermarlo è Carlo Catassi, docente di pediatria presso l’Università Politecnica delle Marche di Ancona. Quindi, pochi farmaci e molta dieta. Sembra questa la strada da seguire per migliaia di pazienti italiani.
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