Di Luigi Prozzillo
Le prime indagini su Giampaolo Tarantini sono datate febbraio 2009, quando la Procura di Bari indaga sul malaffare della sanità Pugliese e sono iscritte nel registro degli indagati 14 persone, e fra esse anche l’allora assessore alle Politiche della Salute Alberto Tedesco. L’indagine sulla sanità pugliese è vastissima e spazia dagli appalti truccati allo smaltimento dei rifiuti speciali,
dalle tangenti alla corruzione, dallo sfruttamento e istigazione della prostituzione alla droga. La procura di Bari ipotizzava, per la sanità regionale, l’esistenza di una “cupola” di malaffare gravata da pericolose infiltrazioni della malavita organizzata. In una conferenza stampa il nuovo capo della Procura, Antonio Laudati, accennava a ipotesi di concorso di più soggetti politici della Giunta regionale che sottendevano alla gestione di questa “cupola”, con lo scopo di controllare il territorio servendosi delle nomine e degli appalti nella sanità, per allargare il loro consenso elettorale. Da questa inchiesta sulla sanità Pugliese si moltiplicano i filoni d’indagine, ne nasce una dalle intercettazioni su Tarantini che riguarda un giro di prostituzione e ricatti che vedono implicato anche il Presidente del Consiglio Berlusconi, è cosi che nasce il noto caso Berlusconi – D’Addario. Dai colloqui telefonici Gianpaolo Tarantini avrebbe parlato delle feste, cui era invitato del premier, e avrebbe tenuto i contatti con ragazze che erano invitate a partecipare a questi eventi nelle residenze di Berlusconi, con riferimenti anche al versamento di soldi a quelle che decidevano di andare. Una di queste ragazze è Patrizia D’Addario che racconta (sostenendo di avere registrazioni che lo provano) di aver ottenuto denaro e una candidatura alle elezioni baresi dopo due feste a palazzo Grazioli. La D'Addario, candidato consigliere comunale per la lista "La Puglia prima di tutto", che appoggia il candidato sindaco del Pdl Di Cagno Abbrescia, dice di poter provare la sua presenza a Palazzo Grazioli. Una delle due occasioni fu la sera dell'elezione di Barack Obama. Dice di essere stata pagata per andare a Roma e di aver incontrato il premier insieme con altre ragazze. "Un mio amico di Bari mi ha detto che voleva farmi parlare con una persona che conosceva, per partecipare a una cena che si sarebbe svolta a Roma, Io gli ho spiegato che per muovermi avrebbero dovuto pagarmi e ci siamo accordati per 2.000 euro, Allora mi ha presentato un certo Giampaolo", dice la D'Addario. Arrivata a Roma, sostiene di essere stata prelevata da un autista e portata da Giampaolo. "Con lui e altre due ragazze siamo entrati a Palazzo Grazioli in una macchina con i vetri oscurati, Mi avevano detto che il mio nome era Alessia". Poi "siamo state portate in un grande salone e lì abbiamo trovato tante ragazze, saranno state una ventina, Come antipasto c'erano pezzi di pizza e champagne, Dopo poco è arrivato Silvio Berlusconi". La D'Addario dice di aver ricevuto solo 1.000 euro dei 2.000 pattuiti "perché non ero rimasta". La seconda volta, invece, si è trattenuta. "E' stato sempre Giampaolo a organizzare tutto... con l'autista ci ha portato nella residenza del presidente, ma quella sera non c'erano altre ospiti, Abbiamo trovato un buffet di dolci e il solito pianista, Quando mi ha visto Berlusconi si è subito ricordato del progetto edilizio che volevo realizzare", di cui avevano discusso la volta precedente, secondo quanto riferisce. "Poi mi ha chiesto di rimanere", racconta. Per dimostrarlo assicura: "Ho le registrazioni dei due incontri". Improvvisamente però l’indagine si arena e in due anni la Procura di Bari non va avanti nel proprio lavoro. Solo nell’aprile del 2011 si scoprono i contrasti fra il titolare dell’inchiesta il pm Scelsi e il capo della procura Laudati che, di fatto, hanno fatto arenare l’inchiesta. L’affaire Tarantini s’ingrossa, quest’agosto, quando la magistratura napoletana indaga sull’estorsione da parte di Tarantini e Lavitola direttore de l’Avanti! ai danni del Presidente del Consiglio. I due avrebbero estorto a Berlusconi diverse migliaia di bigliettoni da 500 euro. Si dice, al fine di preservarlo dalle insidie dell’inchiesta di Bari, dove l’unico indagato fu Tarantini e un’abile manovra di stampa cercò di rovesciare su D’Alema lo scandalo delle escort e della corruzione nella sanità. Dall’inchiesta e dalle intercettazioni si evince che Tarantini estorce dei soldi dal Premier per mentire ai giudici ma mente nell’interesse di Berlusconi ed è imbeccato per mentire da Lavitola. Lavitola ha un rapporto strettissimo con Berlusconi, quasi ingiustificato e ingiustificabile. In queste intercettazioni, Berlusconi parla con Lavitola e poi Lavitola convince Tarantini a non patteggiare e a sostenere davanti alla procura la tesi della non consapevolezza di Berlusconi che si trattasse di prostitute.
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