di Di Bonito Jacopo.
Mercoledì 7 settembre un incidente aereo ha cancellato la Lokomotiv Yaroslavl, squadra di hockey russa di prima divisione, da tutti i campionati ai quali avrebbe preso parte, da tutte le emozioni e i dolori che avrebbe potuto vivere. Le autorità che stanno indagando sull'accaduto
parlano di un guasto tecnico. L'aereo ha preso fuoco subito dopo il decollo. 43 passeggeri sono morti sul colpo. Il 44esimo è invece rimasto gravemente ferito e lotta tra la vita e la morte. Il presidente russo Medvedev, che al momento dell'incidente si trovava proprio nella cittadina che dà il nome alla squadra, ha indetto tre giorni di lutto nazionale, chiedendo alle autorità di fare pronta chiarezza su ciò che è accaduto. Il primo ministro ha poi annunciato di voler ridurre il numero di compagnie aeree attive in modo da togliere dai cieli i velivoli oramai antiquati, come lo Yak-42 , che trasportava la squadra. La veglia funebre delle salme, iniziata la notte scorsa, ha “immerso” il palazzo del ghiaccio in uno strano “silenzio”. Lì dove una volta c'erano pattini e dischi, tifo e cori, oggi vive la disperazione; lì dove una volta c'era una squadra, oggi regna il vuoto. Ci sono le bare. Tutte in fila, tutte sul loro campo di gioco. Ci sono i fiori, c'è un tappeto blu come interminabile sentiero, ci sono i familiari, gli amici, i tifosi ed i dirigenti, ma anche tante persone comuni che con il mondo dell'hockey non erano mai entrate in contatto. Il palazzo del ghiaccio è un continuo via vai di gente. C'è chi si dispera, chi grida all'ingiustizia, chi stringe tra le mani la sciarpa della squadra, chi si abbandona al pianto. La veglia funebre andrà avanti ancora per diverse ore. Dopo tutte queste parole, che cosa resta? Resta il dolore, restano le fotografie dei giocatori appoggiate sulle bare, ci sarà un processo ed un modello di aerei ai quali probabilmente verrà “disinnescato il vento”…con incredibile ritardo.
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