giovedì 6 ottobre 2011

Cisal Università Napoli: "al Vecchio Policlinico di Napoli non è più garantita l'assistenza ai pazienti"

di Enzo Musella
La notizia della chiusura del reparto di neuropsichiatria infantile del Vecchio Policlinico ha provocato durissime reazioni da parte dei sindacati di categoria. "Quanto sta accadendo in queste ore al Vecchio Policlinico è l'esempio emblematico che l'azienda sanitaria che fa capo alla Sun non è più in grado di garantire assistenza agli ammalati". E' quanto afferma, Gabriele Murgia, responsabile Cisal, Sanità e Università in Campania. "La mancanza del personale è il punto chiave di questo disastro. I protocolli d'intesa che regolano i rapporti finanziari tra Università e Regione non vengono firmati dal 2008 e i due Atenei sono giunti sull'orlo della bancarotta e la Regione non muove un dito".
"Per questi motivi abbiamo richiesto, congiuntamente a Flc-Cgil, Uil, Cisl-Università e RdB, un incontro urgente con il Presidente Caldoro e dichiarato lo stato di agitazione".
A buttare acqua sul fuoco è Giuseppe Paolisso, preside della Facoltà di medicina della Sun. "L'attuale unità operativa di neuropsichiatria infantile del Vecchio Policlinico non è stata chiusa, come ho sentito dire. Tutte le prestazioni assistenziali, anche di ricovero in Dh sono operative dalle 8 alle 20, al contrario dei ricoveri ordinari, sospesi a causa di mancanza di personale medico e paramedico specializzato in neuropsichiatria infantile" "Siamo estremamente sensibile ai problemi dei bambini e alla loro cura - precisa Paolisso - ma ciò non significa offrire assistenza sanitaria, specie a minori affetti da disturbi psichiatrici, ad ogni costo". "Posso garantire che abbiamo avviato in Regione le procedure per acquisire nuovi specialisti in questo campo - incalza il Preside - ma al momento è tutto fermo a causa della mancata firma dei protocolli d'intesa tra Regione e Università. Continuerò ed insistere in Regione affinché si possa giungere il prima possibile ad una soluzione. Sono innanzitutto un medico e conosco bene le difficoltà a cui vanno incontro medici e pazienti in casi simili - conclude Paolisso - ma ricoverare pazienti in strutture inadeguate e senza medici è impossibile e controproducente per gli stessi degenti".

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