La notizia della chiusura del reparto di neuropsichiatria infantile del Vecchio Policlinico ha provocato durissime reazioni da parte dei sindacati di categoria. "Quanto sta accadendo in queste ore al Vecchio Policlinico è l'esempio emblematico che l'azienda sanitaria che fa capo alla Sun non è più in grado di garantire assistenza agli ammalati". E' quanto afferma, Gabriele Murgia, responsabile Cisal, Sanità e Università in Campania. "La mancanza del personale è il punto chiave di questo disastro. I protocolli d'intesa che regolano i rapporti finanziari tra Università e Regione non vengono firmati dal 2008 e i due Atenei sono giunti sull'orlo della bancarotta e la Regione non muove un dito".
"Per questi motivi abbiamo richiesto, congiuntamente a Flc-Cgil, Uil, Cisl-Università e RdB, un incontro urgente con il Presidente Caldoro e dichiarato lo stato di agitazione".
A buttare acqua sul fuoco è Giuseppe Paolisso, preside della Facoltà di medicina della Sun. "L'attuale unità operativa di neuropsichiatria infantile del Vecchio Policlinico non è stata chiusa, come ho sentito dire. Tutte le prestazioni assistenziali, anche di ricovero in Dh sono operative dalle 8 alle 20, al contrario dei ricoveri ordinari, sospesi a causa di mancanza di personale medico e paramedico specializzato in neuropsichiatria infantile" "Siamo estremamente sensibile ai problemi dei bambini e alla loro cura - precisa Paolisso - ma ciò non significa offrire assistenza sanitaria, specie a minori affetti da disturbi psichiatrici, ad ogni costo". "Posso garantire che abbiamo avviato in Regione le procedure per acquisire nuovi specialisti in questo campo - incalza il Preside - ma al momento è tutto fermo a causa della mancata firma dei protocolli d'intesa tra Regione e Università. Continuerò ed insistere in Regione affinché si possa giungere il prima possibile ad una soluzione. Sono innanzitutto un medico e conosco bene le difficoltà a cui vanno incontro medici e pazienti in casi simili - conclude Paolisso - ma ricoverare pazienti in strutture inadeguate e senza medici è impossibile e controproducente per gli stessi degenti".
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