giovedì 6 ottobre 2011

Sospesi i ricoveri ordinari in neuropsichiatria infantile al Vecchio Policlinico. Dichiarato lo stato di agitazione dei neuropsichiatri infantili della Campania

di Enzo Musella
Ormai è trascorso oltre un mese dalla sospensione dei ricoveri diurni e notturni, presso l'unità operativa di neuropsichiatria infantile della Seconda Università di Napoli determinata dalla gravissima carenza di personale medico specialista in Neuropsichiatria Infantile. Il reparto è operativo solo di giorno e solo per i ricoveri in regime di Dh.
Insomma, ancora porte chiuse ai ricoveri ordinari, nell'unica struttura esistente in Campania deputata al ricovero di minori affetti da disturbi neuropsichiatrici. Gli effetti sul territorio sono stati devastanti, sia per i medici che per i piccoli pazienti e le loro famiglie, ed è esplosa la rabbia di buona parte dei neuropsichiatri infantili della Regione Campania. Molti sono stati costretti a prescrivere ai propri assistiti il ricovero presso ospedali di altre Regioni, affrontando a loro volta la rabbia dei genitori.
"Durante il solo periodo di agosto 2011 abbiamo avuto otto casi di preadolescenti e adolescenti che avrebbero avuto bisogno di ricovero in una struttura di neuropsichiatria infantile per gravi disturbi psicopatologici non altrimenti gestibili - afferma, Domenica Senatore, neuropsichiatra infantile e responsabile del dipartimento di salute mentale della ASL Salerno - la chiusura dell'unico reparto specializzato del II Policlinico di Napoli ha destabilizzato tutte le èquipe territoriali che hanno dovuto gestire con il supporto dei familiari gravissime situazioni: stati psicotici, di agitazione, di dissociazione e quant'altro; esponendo operatori, famiglie e soprattutto i piccoli pazienti ai rischi di una assistenza sanitaria inadeguata ai loro bisogni - incalza la neuropsichiatra  - la situazione è veramente inaccettabile, a fronte di notevole dispendio di risorse economiche in strutture del privato - convenzionato - l'investimento di risorse per l'istituzione delle struttura sanitarie per la tutela della salute mentale dell'età evolutiva è ridicola, il colmo l'abbiamo raggiunto quest'estate con la chiusura anche dell'unico reparto ospedaliero, ma tutto ciò sembra non importare a nessuno". Conclude, Senatore.
"Nonostante le richieste inoltrate alla Regione dall'azienda ospedaliera della Sun, di autorizzazione all'assunzione di 5 medici specialisti in neuropsichiatria infantile, 2 con orario di lavoro di 20 ore e 3 con orario di lavoro di 38 ore settimanali, fino ad ora la Regione nulla ha autorizzato", chiosa Antonio Pascotto, direttore dell'unità ospedaliera di neuropsichiatria infantile della Sun. "Il malcontento, l'esasperazione dei genitori dei soggetti con disturbi neuropsichiatrici sta montando e mi auguro che non sfoci in manifestazioni eclatanti o violente - incalza il medico -  la sospensione dei ricoveri ordinari durerà fino a quando non saranno assunti nuovi medici. Ora la Regione deve intervenire e subito per porre rimedio a questo scandalo". Conclude, Pascotto.
Lo stesso auspicio arriva da pediatri di famiglia napoletani aderenti al Cipe. "Siamo molto preoccupati - afferma Antonio Improta, Responsabile campano del Cipe - questo stato di cose espone i bambini, i nostri assistiti al rischio di trasferte fuori regione, costose e mortificanti".
Sulla sconcertante faccenda, Raffaele D'Errico, pediatra di famiglia dell'Asl Napoli 1, lancia un vero e proprio grido d'allarme. "La preparazione dei pediatri nel nostro paese è molto alta nei confronti delle malattie organiche, ma carente sull'ambito neuropsichiatrico, comprendo quindi la carenza di disponibilità sul territorio di Neuropsichiatri infantili e di centri di primo, secondo e terzo livello - afferma D'Errico - si tratta di una situazione scandalosa, un buco gravissimo nell'ambito dell'assistenza al bambino, al ragazzo e all'adolescente, con tutti i risvolti gravi della mancata identificazione, cura e riabilitazione di questi ammalati. Bisogna considerare che il suicidio, spesso conseguenza di tali disturbi, rappresenta la seconda causa di morte tra gli adolescenti. Siamo ad un passo dal baratro, non sappiamo dove ricoverare pazienti con situazioni più gravi. Lo scotto di questa mancanza gravissima potremo osservarla nel prossimo che è già oggi". Sbotta il medico.

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