mercoledì 9 novembre 2011

Malasanità: il 20% dei rifiuti sanitari è pericoloso, tossico e radioattivo. Decine di malati rischiano il contagio

di Jacopo Di Bonito
Nel 2000 le infezioni nate da siringhe contaminate hanno causato 23 milioni di nuovi malati. Sangue e derivati, colture e scorte di agenti infettivi, scarti di pazienti in isolamento, campioni diagnostici umani e da animali infetti da laboratorio, tamponi, bende, carcasse animali contaminate, aghi, siringhe, bisturi, solventi chimici e disinfettanti, vetri contaminati da materiale radioattivo e termometri con mercurio rotti, possono infettare chiunque.

I rifiuti sanitari sono i più pericolosi per la salute dell’uomo, e del loro smaltimento non si parla mai. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione mondiale della salute. Circa il 20% della spazzatura generata da attività medica può essere considerata pericolosa in quanto infettiva, tossica e radioattiva. A produrre rifiuti sanitari sono soprattutto ospedali, laboratori di ricerca, obitori, banche del sangue e case di cura. Questi rifiuti possono contenere infatti microorganismi che possono colpire pazienti in ospedale, operatori sanitari e normali cittadini. A produrre il maggior numero di rifiuti sanitari sono i paesi ad alto reddito che generano una media di 0,5 kg di rifiuti pericolosi al giorno per letto, mentre per quelli a basso reddito, dove spesso non si separano i rifiuti pericolosi, la media è di 0,2 kg.
La cattiva gestione dei rifiuti rischia di creare ogni giorno nuovi malati in tutto il mondo. Basti pensare che il riutilizzo di aghi e siringhe è molto comune in alcuni paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'Europa centro-orientale, e quindi, se lo smaltimento dei rifiuti non avviene seguendo tutte le procedure, si rischia facilmente di contaminare nuovi pazienti.
I rifiuti sanitari si differenziano tra assimilati ai rifiuti urbani, pericolosi non a rischio infettivo e pericolosi a rischio infettivo che richiedono particolari modalità di smaltimento. A fare paura sono proprio i rifiuti di quest’ultimo tipo, che troppo spesso non vengono smaltiti correttamente. I rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo devono infatti essere smaltiti mediante termodistruzione in impianti autorizzati ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
L’Oms ha lanciato l’allarme, adesso toccherà a chi di dovere saperlo raccogliere, con la consapevolezza che seguendo le procedure corrette di smaltimento si può evitare che nuovi ed ignari pazienti vengano contagiati.


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