di Marina Ranucci
L’ospedale “Antonio Cardarelli”, il nosocomio più importante del Mezzogiorno d'Italia, è nel degrado più totale. Nella notte tra l’8 e il 9 novembre il presidio è rimasto sprovvisto addirittura degli elementi base per l’accoglienza dei malati, quali lenzuola, barelle ed ossigeno.
Il danno e la beffa dell’ammalato dal destino infausto, che si vede trasportare al Cardarelli, oltre a non trovare letto e lenzuola, non trova nemmeno gli infermieri, che scarseggiano, sostituiti da personale OSS che ovviamente non ha l’idonea preparazione per affrontare gli interventi prettamente infermieristici del pronto soccorso.
Dura la denuncia della Cisal Università Cardarelli, a parlare è Antonio Di Nardo: «che importa se si mettono a rischio l’incolumità dei pazienti e la professionalità di quei tanti infermieri ed Oss che si sacrificano ogni giorno per fare funzionare il pronto soccorso» - sbotta il sindacalista - «ai vecchi e probabili nuovi dirigenti chiediamo un intervento immediato - incalza Di Nardo - il pronto soccorso non può continuare ad appoggiarsi solo sulla buona volontà di quei lavoratori che operano in un contesto di disorganizzazione programmata e di ruoli non meglio definiti. Gli infermieri si espongono ad ogni rischio e pericolo da quello legale a quello fisico, mentre i pazienti non hanno la migliore assistenza possibile».
Risulta quindi vergognoso che nell’unico presidio di pronto soccorso rimasto nell’area nord della città di Napoli, dopo la soppressione di quello del C.T.O. e a quanto pare dalla prossima chiusura dell’Ospedale San Gennaro, manchino personale e attrezzature base. E l’allarme è lanciato soprattutto perché si dovrà far fronte ad un numero di pazienti che crescerà di qui a poco. Il che preoccupa viste le già presenti difficoltà.
Ulteriore dramma investe il laboratorio di analisi dell’Ospedale Cardarelli. Da oltre 6 anni i lavoratori sono afflitti ogni giorno da esalazioni maleodoranti che provengono da un locale dove si riversano tutti i reagenti delle attività. Esalazioni che negli anni hanno provocato problemi respiratori anche agli addetti ai lavori, che spesso si sono trasformati in pazienti dovendo ricorrere alle cure del pronto soccorso.
Da quanto si apprende, da una riunione dei vertici aziendali della settimana scorsa, nonostante sia emersa la disponibilità di effettuare i lavori di messa in sicurezza dei locali in questione, l’esecuzione degli stessi necessiterebbe della sospensione delle attività del laboratorio. Ovviamente cosa impensabile per un presidio ospedaliero, che si vedrebbe effettivamente privo di un laboratorio di analisi.
L’unica alternativa nelle mani degli organi sindacali è stato per questo presentare formale denuncia per richiedere l’ispezione dei locali e la sospensione delle attività ospedaliere in condizioni che non rispettano le norme igienico-sanitarie. Può sembrare un paradosso, ma questo è quanto accade oggi nel più importante ospedale del Sud Italia.
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