di Jacopo Di Bonito
Il diabete uccide nel mondo tre milioni di ammalati ogni anno. La somma dei decessi dovuti all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria, le tre big killer del pianeta, è di cinque milioni di persone. Il diabete quindi, dati alla mano, è il nemico più pericoloso per l’uomo. E mentre aumentano le complicanze cardiovascolari legate al diabete, in Italia un paziente su due preferisce non curarsi.
A lanciare l’allarme è Ignazio Marino, senatore del Pd e presidente della Commissione sull’efficacia del Servizio Sanitario Nazionale, che nel corso della prima Conferenza Nazionale del Diabete ha dichiarato: “Sono state raggiunte, con 15 anni di anticipo, le stime dell'International Diabetes Federation che prevedeva, per il 2025, un numero di persone con diabete pari a 3 milioni in Italia e 333 milioni nel mondo - aggiunge Marino - e sta diventando un'emergenza anche l'obesità, fattore strettamente collegato al diabete”.
Nonostante gli avvertimenti giungano da ogni lato, sempre più italiani prendono “sottogamba” il problema. Il 50% dei pazienti affetti da diabete non segue alcun trattamento mirato, esponendosi al rischio di complicanze cardiovascolari che spesso necessitano un ricovero in ospedale: il 20% dei pazienti ricoverati nei reparti italiani è diabetico.
Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenuto alla Conferenza si è mostrato più che fiducioso sulle nuove manovre previste: “E’ a lavoro - ha spiegato Fazio - un comitato redazionale che sta redigendo il Piano nazionale diabete. La bozza è già pronta ed è il risultato di un lungo lavoro. Attiveremo le procedure per arrivare in tempi brevi al Piano, di cui sono stati già messi a punto i contenuti”. Stando alle parole del ministro, il Piano nazionale diabete, documento basato sui principi del Piano sanitario nazionale, che indica le linee giuda uniformi per fronteggiare a 360 gradi la malattia, dalla prevenzione all'assistenza, sarà pronto in tempi brevi.
L'annuncio del documento in arrivo “è un segnale positivo e importante”, afferma la senatrice Emanuela Baio, presidente del Comitato per i Diritti della persona con diabete. “Speriamo – ha aggiunto - che l'impegno preso possa portare al varo del Piano entro la fine dell'anno. E per la giornata mondiale del diabete, il 14 novembre, invieremo una lettera per ringraziare il ministro dell'impegno e sottolineare la necessità di agire in tempi brevi”, ha concluso la senatrice.
Coordinamento ed integrazione sono invece le richieste presentate, dal Comitato Nazionale per i diritti della persona con diabete e dell’Associazione Diabete Italia, all’interno di un documento nel quale si legge:”il diabete è una pandemia in grado di minare le risorse economiche di molti paesi ed essendoci pazienti con diverso grado di complessità è necessario un coordinamento e un'integrazione tra le diverse figure sanitarie coinvolte”.
Coordinamento ed integrazione sono invece le richieste presentate, dal Comitato Nazionale per i diritti della persona con diabete e dell’Associazione Diabete Italia, all’interno di un documento nel quale si legge:”il diabete è una pandemia in grado di minare le risorse economiche di molti paesi ed essendoci pazienti con diverso grado di complessità è necessario un coordinamento e un'integrazione tra le diverse figure sanitarie coinvolte”.
“L'attuale situazione - spiega Umbero Valentini presidente di Diabete Italia - è molto lontana da quella che abbiamo proposto in un documento, che sarà presentato alla Commissione Sanità del Senato il 10 novembre. I punti critici – aggiunge Valentini – sono la formazione delle persone diabetiche, un uso appropriato delle risorse sanitarie e l'attuazione della prevenzione primaria”.
Il documento di diabete Italia si propone nello specifico di istituire una formazione per i volontari, un'assistenza omogenea nei Centri diabetologici e la creazione di un Dipartimento funzionale in ogni Asl, oltre alla messa in rete delle banche dati cliniche e amministrative.
L’Italia sembra studiare da vicino il problema diabete. Ciò che lascia sconcertati gli operatori del settore è la poca attenzione dei diabetici, che nonostante la pericolosità della malattia, sembrano sottovalutarla.
Il documento di diabete Italia si propone nello specifico di istituire una formazione per i volontari, un'assistenza omogenea nei Centri diabetologici e la creazione di un Dipartimento funzionale in ogni Asl, oltre alla messa in rete delle banche dati cliniche e amministrative.
L’Italia sembra studiare da vicino il problema diabete. Ciò che lascia sconcertati gli operatori del settore è la poca attenzione dei diabetici, che nonostante la pericolosità della malattia, sembrano sottovalutarla.
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