di Jacopo Di Bonito
“Gli uomini hanno le stesse difficoltà delle donne dinanzi ad un calcolo matematico”. A sostenerlo è uno studio americano firmato da Mertz e Jonathan Kane, docenti di scienze matematiche e informatiche presso l'University of Wisconsin-Whitewater e pubblicato su Notices of the American Mathematical Society. La ricerca d’oltreoceano boccia senza appello l’idea che il sesso debole sia meno abile in matematica a causa di una differenza biologica. “Abbiamo testato alcune ipotesi proposte di recente, che cercavano di spiegare un presunto divario di genere nelle prestazioni matematiche, scoprendo che non erano sostenute dai dati”. Dichiarano i ricercatori.
I dati internazionali, esaminati dagli scienziati, hanno evidenziato più che una differenza biologica, una difformità culturale. Il gap maschi-femmine non è presente in alcuni paesi, mentre in altri a spiccare sono soprattutto i ragazzi con voti particolarmente bassi. Gli 86 paesi presi in esame dallo studio americano hanno dato parere discordante rispetto alla diversità biologica tra maschi e femmine paventata nel 2005 da Lawrence Summers , allora presidente di Harvard, per spiegare la scarsità di donne fra i matematici eccellenti
“Quello che è cambiato in questi anni, - spiegano gli studiosi - è che molti Paesi non occidentali oggi partecipano a questi studi, permettendo un'analisi più completa”. La ricerca ha ridimensionato anche l'idea proposta da Steven Levitt che sosteneva come nei Paesi musulmani le scuole single-sex favorissero la capacità delle ragazze di imparare la matematica.
Secondo gli studiosi americani non è possibile parlare di una differenza biologica tra maschi e femmine in quanto troppo spesso i campioni scelti non sono rappresentativi della popolazione. Per esempio, in diversi Paesi, le donne abbandonano la scuola troppo presto, rientrando comunque all’interno dei campioni esaminati, che diventano così poco affidabili.
“Per queste ragioni, riteniamo sia molto più ragionevole attribuire le differenze nelle prestazioni matematiche principalmente a fattori sociali specifici per ciascun Paese”, dice Kane. “Abbiamo scoperto che i ragazzi, così come le ragazze, tendono a fare meglio in matematica nei Paesi in cui le donne in generale godono di una maggiore uguaglianza”. Insomma, “se le madri sono istruite e guadagnano bene, a beneficiarne sono i figli: sia i maschi che le femmine”. Concludono i ricercatori.
La differenza tra maschi e femmine non sembra dunque esistere. La matematica è ostica per entrambi i sessi, in totale difficoltà anche dinanzi al più semplice conteggio.
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