giovedì 1 dicembre 2011

Pacemaker cerebrale per contrastare il morbo di Parkinson, la ricerca “made in Italy” sbarca negli Stati Uniti

di Jacopo Di Bonito
La ricerca italiana conquista gli Stati Uniti. Il pacemaker cerebrale contro i sintomi del Parkinson, già brevettato in Europa, sarà in commercio anche negli States. L’invenzione tutta italiana, realizzata dalla Fondazione Cà Granda Policlinico e dall’Università degli Studi di Milano, sbarcherà nei prossimi mesi nella sanità americana. Il pacemaker “intelligente”, che è in grado di adattarsi istante per istante ai sintomi della malattia di Parkinson, fornirà un trattamento sempre adatto alle esigenze del paziente. Nel dettaglio il pacemaker è formato da uno speciale stimolatore collegato ad elettrodi, che vengono impiantati nel cervello, in strutture al di sotto della corteccia cerebrale, dove misurano l'attività dei
neuroni e permettono al pacemaker cerebrale di adattare istante dopo istante la stimolazione alle esigenze del paziente. ”Al progetto - ricorda una nota congiunta di Policlinico e Università Statale di Milano - sta lavorando dal 2005 un team di ricercatori della Fondazione di via Sforza e dell'Università degli Studi, diretto da Alberto Priori. Per accompagnare lo sviluppo e la commercializzazione di questa tecnologia, nel 2008 è stato costituito lo spin-off Newronika, con la partecipazione congiunta di Fondazione Irccs Cà Granda ospedale Maggiore Policlinico e Università”.
Che il prodotto fosse di assoluto valore medico, in Italia, ne erano convinti già tutti. La conferma delle potenzialità dello strumento è arrivata però dagli Uffici brevetti europeo e statunitense, che concedendo i relativi brevetti (European Pat. EP 1940508 e U.S. Pat. n°. 8.078.281) hanno riconosciuto l'invenzione come realmente innovativa nell'ambito delle terapie neuromodulatorie. Il pacemaker intelligente è “un’arma hi-tech contro il Parkinson, ma potenzialmente anche contro altre patologie neurodegenerative. Il nuovo pacemaker cerebrale adattativo – spiegano gli esperti - potrà essere adottato da tutti i pazienti indicati per trattamento con stimolazione cerebrale profonda (Dbs), anche per quelli che hanno già un impianto Dbs di vecchia generazione”.
Il made in Italy torna così a fare notizia. Le previsioni commerciali del prodotto sono ampie e soprattutto in crescita. Solo negli Stati Uniti, infatti, i malati di Parkinson che possono beneficiare del trattamento con Dbs sono circa il 20% del totale (quindi circa 500.000 malati), mentre sono circa 60.000 all'anno i nuovi casi, con costi di impianto che si aggirano intorno ai 30.000 dollari.  


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