di Jacopo Di Bonito
La ricerca italiana conquista gli Stati Uniti. Il pacemaker cerebrale contro i sintomi del Parkinson, già brevettato in Europa, sarà in commercio anche negli States. L’invenzione tutta italiana, realizzata dalla Fondazione Cà Granda Policlinico e dall’Università degli Studi di Milano, sbarcherà nei prossimi mesi nella sanità americana. Il pacemaker “intelligente”, che è in grado di adattarsi istante per istante ai sintomi della malattia di Parkinson, fornirà un trattamento sempre adatto alle esigenze del paziente. Nel dettaglio il pacemaker è formato da uno speciale stimolatore collegato ad elettrodi, che vengono impiantati nel cervello, in strutture al di sotto della corteccia cerebrale, dove misurano l'attività dei
neuroni e permettono al pacemaker cerebrale di adattare istante dopo istante la stimolazione alle esigenze del paziente. ”Al progetto - ricorda una nota congiunta di Policlinico e Università Statale di Milano - sta lavorando dal 2005 un team di ricercatori della Fondazione di via Sforza e dell'Università degli Studi, diretto da Alberto Priori. Per accompagnare lo sviluppo e la commercializzazione di questa tecnologia, nel 2008 è stato costituito lo spin-off Newronika, con la partecipazione congiunta di Fondazione Irccs Cà Granda ospedale Maggiore Policlinico e Università”.
Che il prodotto fosse di assoluto valore medico, in Italia, ne erano convinti già tutti. La conferma delle potenzialità dello strumento è arrivata però dagli Uffici brevetti europeo e statunitense, che concedendo i relativi brevetti (European Pat. EP 1940508 e U.S. Pat. n°. 8.078.281) hanno riconosciuto l'invenzione come realmente innovativa nell'ambito delle terapie neuromodulatorie. Il pacemaker intelligente è “un’arma hi-tech contro il Parkinson, ma potenzialmente anche contro altre patologie neurodegenerative. Il nuovo pacemaker cerebrale adattativo – spiegano gli esperti - potrà essere adottato da tutti i pazienti indicati per trattamento con stimolazione cerebrale profonda (Dbs), anche per quelli che hanno già un impianto Dbs di vecchia generazione”.
Il made in Italy torna così a fare notizia. Le previsioni commerciali del prodotto sono ampie e soprattutto in crescita. Solo negli Stati Uniti, infatti, i malati di Parkinson che possono beneficiare del trattamento con Dbs sono circa il 20% del totale (quindi circa 500.000 malati), mentre sono circa 60.000 all'anno i nuovi casi, con costi di impianto che si aggirano intorno ai 30.000 dollari.
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