di Jacopo Di Bonito
Il continente africano non sembra avere pace. Mentre nel mondo si moltiplicano gli sforzi per salvare l’economia dal fallimento, in Africa ogni 45 secondi un bambino viene stroncato dalla malaria. Con 250 milioni di nuovi casi e 780mila morti all’anno, la malaria è seconda, per numero di vittime, solo alla tubercolosi. In un quadro di tale gravità, uno studio effettuato dalla ricerca italiana, riaccende la speranza. “Un nuovo farmaco ad hoc per neonati e bambini colpiti dalla malaria potrebbe essere pronto già per il 2012” . Ad annunciarlo sono gli esperti della Singma-Tau. L'azienda farmaceutica, in partnership con l'organizzazione internazionale no-profit che riceve il sostegno di enti pubblici e privati e attrae fondi da realtà come la Bill & Melinda Gates Foundation, sta lavorando a una nuova
formulazione pediatrica del primo antimalarico scoperto dalla ricerca italiana. In particolare si tratta di una nuova terapia combinata in dose fissa (Act, cioè Artemisinin-based combination therapy) composta da due principi attivi: la diidroartemisinina, derivato dell'artemisinina ad alta attività antimalarica, e la piperachina, un altro antimalarico.
“La nuova terapia – spiegano gli esperti – si è dimostrata efficace nel trattamento della malaria non complicata negli adulti e nei bambini, è semplice da somministrare (1 dose al giorno per 3 giorni) e garantisce una protezione più duratura contro le nuove infezioni”.
La nuova cura, della quale si aspetta la versione pediatrica, è in commercio dallo scorso ottobre, quando l’European Medicines Agency (Ema) ha autorizzato la Sigma-Tau alla diffusione del farmaco, con procedura centralizzata, nei 27 paesi dell’Ue.
L'approvazione della terapia da parte dell'Ema è arrivata in seguito ai positivi risultati di una serie di studi clinici effettuati per valutare la sicurezza e l'efficacia del nuovo farmaco rispetto ad altre due Act. I trial hanno coinvolto più di 2.700 pazienti in Africa (Burkina Faso, Zambia, Kenya, Mozambico e Uganda) e in Asia (Thailandia, India e Laos), compresi circa 1.036 bambini africani tra i 6 mesi e i 10 anni di età, tutti con malaria non complicata da Plasmodium falciparum. “Gli studi - spiega Marco Corsi direttore medico Sigma-Tau - hanno confermato l'alta percentuale di guarigione, superiore al 95%. Inoltre - ha concluso - rispetto ai farmaci usati come confronto, il numero di nuove infezioni, nei due mesi successivi al trattamento, si è ridotto di circa il 50%”.
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