Il giorno 12 dicembre alle ore 10:30, presso la Sala riunioni della Presidenza della Facoltà di Medicina e Chirurgia, è convocato un attivo unitario allargato dei quadri e dei dirigenti sindacali
di redazione
Pubblichiamo la nota sindacale inviata Al Presidente della Regione Campania On. Stefano Caldoro; al Rettore Università Federico II di Napoli, Massimo Marrelli; al Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Università Federico II di Napoli Prof. Giovanni Persico Al Direttore Generale AOU Federico II di Napoli Dott. Giovanni Canfora. La nota è firmata dalle seguenti sigle sindacali:
FLC CGIL (M. Di Natale) UIL PA.UR (L. Di Maio) CSA di Cisal (R. Papa) USB (A. Russo) Università SNALS (L. Di Martino) RSU AOU Federico II (F. Stumpo)
La nota L'azienda Ospedaliero - universitaria Federico II è refluita ormai da anni in una condizione di affannosa sopravvivenza che non può essere giustificata unicamente con la crisi che investe il nostro Paese e l'intero sistema sanitario nazionale e regionale.
Il personale di assistenza e non solo, a causa del continuo depauperamento dell'organico, è costretto ad operare ai limiti delle proprie capacità psico-fisiche, con un innalzamento esponenziale del più grave tra i potenziali fattori di rischio assistenziale, quello determinato dall'errore umano. Le società di servizio, per l'accumulo di ritardi nei pagamenti delle prestazioni, non sono più in grado di sostenere i costi di erogazione dei servizi ed a brevissimo saranno costrette a sospendere le prestazioni o, in qualche caso, la propria attività imprenditoriale, con conseguenze drammatiche sul piano dell'occupazione.
Le responsabilità politiche di una tale disastrosa condizione non possono che imputarsi ai soggetti istituzionalmente deputati a definire il ruolo, la configurazione, l'organizzazione, le prestazioni, i costi ed il finanziamento della sanità universitaria: Regione Campania e Università Federico II, pur con diverso grado, sono parimenti responsabili di un colpevole ritardo nel rinnovo del "Protocollo di intesa"; all'Azienda è imputabile l'incapacità di imporre e rendere operativo un piano di organizzazione aziendale coerente con la missione delle AOU e con le risorse disponibili, anche in contrasto con le aree di resistenza di parte universitaria.
L'Accordo Università-Regione, faticosamente raggiunto con il precedente Governo regionale, è stato prontamente sospeso dal nuovo quadro politico locale non appena insediatosi; quindi minuziosamente scandagliato dal Governo nazionale (MEF e Ministero della Salute) e depurato delle parti ritenute incompatibili con il piano di rientro imposto alla sanità regionale commissariata. Infine, rinviato alla Regione Campania ma tuttora tenuto inspiegabilmente ancora in sospensione. Un percorso che ha rinviato di altri due anni il rinnovo della Convenzione; nel frattempo la Regione Campania continua a erogare una quota mensile decurtata del 20% del finanziamento previsto dal protocollo del 2004, da tutti ritenuto insufficiente, e l'Azienda policlinico continua a sommare indebitamenti, per lo più generati dal perdurante sottofinanziamento regionale, che la Regione Campania sembra non voler riconoscere.
Il tutto, infine, pare costituire oggetto di una trattativa molto interna alle istituzioni coinvolte, della quale non sono note la materia del contendere e le proposte in campo. L'unica certezza sono i tempi, inspiegabilmente biblici e ormai insopportabili, impiegati per definire condizioni e costi della partecipazione regionale al funzionamento del policlinico universitario Federico II e del conseguente assetto organizzativo e dimensionale che esso dovrà avere.
Nel frattempo, il rinvio sine die di qualsiasi progetto di organizzazione aziendale, ha già generato un accumulo di partite debitorie considerevoli, uno spostamento considerevole di risorse, non utilizzabili per il reclutamento, impegnate per remunerare prestazioni di lavoro aggiuntive (straordinario, progetti, etc.) che determina un insopportabile e illegittimo sovraccarico di turni di lavoro del personale assistenziale (e non solo), per lo più prossimo alla quiescenza, mentre si aggravano sempre più le condizioni di lavoro, i carichi assistenziali e le incertezze dei tanti precari che sorreggono, ormai, una considerevole quantità di servizi assistenziali in condizioni economiche e di tutela sostanzialmente immodificate da oltre un quindicennio.
E' necessario che si faccia chiarezza! E' tempo che Regione, Azienda e Ateneo assumano la responsabilità pubblica di una proposta organizzativa e finanziaria per la gestione ed il governo del policlinico universitario nel solco delle indicazioni del decreto legislativo 517 del 1999. La Regione Campania chiarisca quali prestazioni e servizi intende finanziare e qual è la partecipazione economica proposta; l'Università valuti e si esprima rispetto alla congruenza di tale proposta con l'esigenza di assicurare un livello di integrazione del ciclo didattica-ricerca-assistenza sanitaria accettabile e compatibile con gli obiettivi formativi delle discipline medico-assistenziali; l'azienda articoli un minuzioso e credibile piano organizzativo commisurato a tali esigenze e compatibile con le risorse e gli impegni assistenziali attesi. Si assicuri, con le forme e le procedure ritenute più idonee (reclutamento, mobilità interregionale o nazionale, etc.) un organico assistenziale coerente con il piano organizzativo ed adeguato alle prestazioni assistenziali attese e attento alle politiche di stabilizzazione del precariato aziendale; si ristabiliscano regole organizzative e gestionali in grado di assicurare prestazioni assistenziali commisurate alla capacità organizzativa e finanziaria disegnata ma certe, rispettose degli standard di qualità, efficienza e sicurezza richieste alle strutture sanitarie di alta specializzazione.
La pratica del temporeggiamento, della tattica dilatoria non è ulteriormente sopportabile! Non è più rinviabile il rinnovo di un Protocollo di intesa in cantiere da almeno tre anni!
Chiediamo dalla Regione Campania una esplicita manifestazione di volontà sul destino dell'Azienda Policlinico Federico II ed a quali condizioni ritiene possa continuare a funzionare; a quale livello ritiene debba assestarsi l'organizzazione di questo importante presidio assistenziale. Chiediamo che sia dato conto a quanti operano nel policlinico, agli utenti, ai cittadini, alle forze sociali aziendali delle proposte, delle posizioni e delle scelte che si intendono assumere in proposito.
Per parte nostra, nell'intento di rendere pubbliche le responsabilità che hanno condannato l'Azienda policlinico Federico II ad una lenta agonia, attiveremo tutte le forme di mobilitazioni possibili a partire dall'insediamento di un comitato permanente di operatori ed utenti che fin dalle prossime settimane assuma l'impegno di sollecitare e sensibilizzare quotidianamente i soggetti politici ed istituzionali la stampa, gli operatori, i cittadini, gli studenti, le organizzazioni sociali e la società civile, sulle condizioni in cui opera il policlinico Federico II, sul declino, il depotenziamento e la caduta qualitativa delle prestazioni assistenziali erogate dal policlinico Federico II e sulle responsabilità politiche e istituzionali di tale situazione, sulle ruolo che ha e può ancora avere la sanità universitaria nel complesso sistema assistenziale regionale, sull'inspiegabile, perdurante politica dilatoria nella definizione del Protocollo Università - Regione Campania.
A tale scopo, il giorno 12 dicembre alle ore 10:30, presso la Sala riunioni della Presidenza della Facoltà di Medicina e Chirurgia, è convocato un attivo unitario allargato dei quadri e dei dirigenti sindacali aziendali.
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