di Micaela Tempesta
Nella società contemporanea apparire è l’aspetto dominate, sempre più persone ricorrono al bisturi per aggiustare qualche difetto. «Quasi quasi un ritocchino me lo farei» è il pensiero comune di tutte quelle donne che, guardandosi allo specchio, si sono trovate “difettose o mancanti” in qualche parte del corpo.
Nel corso del convegno “ginecologia, medicina della riproduzione e ostetricia ambulatoriale”, apertosi oggi a Roma, il membro del Comitato Nazionale di Bioetica ,Carlo Flamigni ci fa sapere che quasi il 70% degli interventi di chirurgia estetica sono fatti per riparare ad errori derivanti da interventi precedenti. Il motivo è semplice. Sono sempre più giovani le donne che vogliono sottoporsi alla chirurgia estetica ignare delle conseguenze spesso indelebili, dei rischi e delle possibili complicanze post operatorie.
Ragazzine non ancora maggiorenni chiedono ai genitori di rifarsi il seno o altre parti del corpo proprio per uniformarsi all’ideale estetico di bellezza dettato dai canoni televisivi , cinematografici e dalla nostra bella società fatta di molta forma e poca sostanza. A molte di loro però restano ignote le conseguenze e i rischi per la salute , soprattutto se si rivolgono a “mani sbagliate”
Il Flamigni afferma che questo è un problema di etica della cura dove anche il medico è responsabile.
Proprio per questo con il CNB sta lavorando ad un documento sulla chirurgia estetica che aiuti il medico “smarrito” a ritrovare la strada del giusto modo di curare. «E' sul corpo che si concentra l'attenzione della maggioranza delle persone-afferma Flamigni- le giovanissime sono le più vulnerabili; basti pensare che una su tre non si piace, quasi una su 5 (17%) delle minorenni vorrebbe un seno più generoso. E così gli interventi di chirurgia estetica sono sempre più richiesti, con un forte aumento anche dell’imenoplastica, con viaggi oltreoceano per “ritrovare la verginità”».Fino ad oggi il problema del “ritocchino” era un’esclusiva delle donne, i tempi sono cambiati e lo prova una maggiore richiesta di interventi di chirurgia plastica da parte dei “maschietti” anche loro affascinati dall’idea della perfezione fisica. Un tempo si pensava ai difetti come il simbolo della propria unicità. Oggi,evidentemente, si fa sempre più spazio l’idea di rinunciare alla singolarità dell’individuo e di diventare una massa informe di gente perfetta tutta uguale.
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