di Valeria Pollio
Colpo grosso dell’Asl Na 5 di Castellammare di Stabia ai danni delle pubbliche finanze. Sono state individuate serie irregolarità nella spesa sostenuta dal presidio per le difese giudiziarie dal 2004 al 2008. L’Ente ha fatto spesso riferimento ad avvocati esterni, anziché al servizio legale interno. Il danno erariale ammonta a circa 23 mln di euro, secondo quanto si evince dalla complessa indagine contabile eseguita
dalla Corte dei Conti per la Campania e dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli. “I finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica hanno esaminato a fondo l'iter amministrativo adottato dalla ASL Na 5 per affidare a professionisti esterni le attività di difesa giudiziale, rilevando numerose irregolarità di carattere sia sostanziale sia procedurale”- si legge in una nota della Guardia di Finanza -. “Gli accertamenti hanno fatto emergere il mancato rispetto, da parte dell'Ente, di ulteriori importanti criteri richiesti dalla normativa in vigore per il legittimo conferimento di incarichi esterni da parte della Pubblica Amministrazione”. La Procura Contabile ha contestato, con appositi “inviti a dedurre”, il predetto importo di circa 23 milioni di euro all'ex direttore generale e a 2 dirigenti dell'ASL NA 5, nonché a 2 legali esterni, quali presunti responsabili del danno arrecato alle pubbliche finanze.
Ma non è finita qui. Un’ulteriore grave anomalia gestionale è stata individuata nel corso delle indagini. “Secondo le conclusioni della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza, l'azienda sanitaria, in base a specifiche direttive emanate dalla dirigenza allora in carica, ha fatto ricorso ad una sistematica, quanto inutile ed improduttiva attività di opposizione alle esecuzioni e ai decreti ingiuntivi corrispondenti a crediti nei confronti dell'azienda, al solo fine di rinviare l'obbligo di pagamento di somme legittimamente pretese dai fornitori, a fronte di effettive prestazioni rese alla stessa”. Dunque, spese legali – danno di 13 milioni di euro -, interessi e rivalutazione – danno di più di 7 milioni di euro- e infine spese di procedura e spese bancarie - per circa 3 milioni di euro -. I conti adesso tornano. (fonte Guardia di Finanza.it)
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