giovedì 19 gennaio 2012

Febbre da informazione medica “fai da te” sul web: Pizzetti lancia l’allarme. Cardinale: “auspico un ritorno alla medicina umana”

di Valeria Pollio
Il web, fonte inesauribile di informazioni, riserva spesso delle brutte sorprese. Non sempre le news che leggiamo in rete ci dicono realmente come stanno le cose. Sta al lettore capire cosa è vero, cosa no, anche quando ci si ritrova in un campo come quello della medicina. La ricerca fai da te di notizie su malattie ed eventuali cure confonde i cyber navigatori. A lanciare l’allarme è il Presidente dell’Autorità Garante della Privacy, Francesco Pizzetti, presente stamane alla presentazione, tenutasi a Roma, del Manuale per la comunicazione in oncologia, a cura di Stefano Vella e Francesco De Lorenzo. “Siamo preoccupati perché stiamo assistendo a una impressionante spinta verso l'informazione fai da te sul web –  ha esordito Pizzetti -. Si tratta di un fenomeno spesso basato sul passaparola, che sta diventando preoccupante, soprattutto in sanità”. Infatti “si moltiplicano - continua Pizzetti - i blog e i siti sulle malattie rare in cui ad esempio i pazienti creano classifiche di gradimento delle strutture come se fossero alberghi.

Ci preoccupa molto il fatto che circolino informazioni personali senza protezione e senza consapevolezza da parte di chi le mette in rete, a volte in perfetta buona fede”. Ormai “la febbre delle informazioni fai da te si sta diffondendo a livello mondiale”, per cui è giusto lanciare l’allarme. Interviene a rassicurare “gli animi” il sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale. “È vero, siamo sommersi da un mare di informazioni medico-scientifiche sul web distorte, prive di gerarchia e obiettività – conferma Cardinale -. Un problema nei confronti del quale come ministero siamo molto attenti”. “La divulgazione scientifica – continua Cardinale - da parte di medici ma anche dei giornalisti, deve sempre essere attenta a tradurre in linguaggio semplice informazioni complesse, senza generare illusioni. Compito del ministero della Salute è, invece, dare un indirizzo di carattere generale”. Poi il discorso si fa più ampio, fino ad andare oltre la tecnologia. “Auspico un ritorno alla medicina umana – dichiara il sottosegretario - che sappia bilanciare la componente antropologica con la tecnologia. Oggi qualcuno dice che viviamo in un Medioevo tecnocratico. Ma non è possibile fare prevenzione, diagnosi e terapia solo con gli strumenti tecnologici”. Il sottosegretario desidererebbe un ritorno alla figura del “medicus amicus” descritto da Seneca, specializzato nella cura tramite dialogo ed ascolto, una sorta di medicina narrativa. Oggi i medici ascoltano poco i loro pazienti e soprattutto forniscono informazioni di difficile comprensione, tradotte in modo errato dal ricevente. “Ecco perché iniziative come quelle del Manuale per la comunicazione in oncologia sono davvero importanti. Ma bisogna fare di più: inserire le Medical Humanities nella formazione dei medici, dalla laurea alla specialistica”- conclude -.

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