Interrotte trattative per integrativo infermieri con 3 aziende sanitarie bolognesi
di Micaela Tempesta
Anno 2012, il lavoratore chiede, le aziende sono sorde. E’ il caso degli operatori sanitari che prestano servizio in alcune aziende sanitarie bolognesi. Per quasi un anno tramite i loro sindacati hanno chiesto che venisse rispettato l’art. 40 del contratto nazionale 1998/2001 e che quindi gli venisse concesso il fondo dedicato alla contrattazione integrativa. E’ stato tutto inutile. I sindacati hanno quindi deciso di interrompere ogni trattativa e sarebbero pronti anche allo sciopero li dove fosse necessario.
È quanto si legge in una nota firmata da Cgil, Cisl, Uil, Fsi, Fials, Rsu aziendali. La vertenza riguarda il personale di assistenza (esclusi medici e dirigenti) del policlinico Sant'Orsola-Malpighi, degli ospedali dell'Ausl di Bologna e dell'Istituto ortopedico Rizzoli. Sono 10 mila e sono indignati per non essere stati ascoltati e per essersi visti rifiutare l’accesso al fondo integrativo previsto dalle norme. I sindacati quindi denunciano «la volontà, da parte delle aziende, a non voler incrementare il fondo per il finanziamento dei percorsi economici orizzontali e delle posizioni organizzative dei lavoratori». E concludono: «In un momento di blocco salariale e di blocco dei contratti di lavoro, riteniamo che questa decisione sia grave e ingiusta e viene vista dai lavoratori interessati come un vero e proprio furto, anche alla luce del fatto che la maggior parte delle aziende della nostra regione hanno pagato regolarmente il dovuto». Le cifre dovute ai lavoratori, secondo i dati in possesso dei sindacati, non sono affatto irrisorie in particolare per quanto riguarda il Sant’Orsola Malpighi «il mancato finanziamento dal 2002, importo netto degli oneri riflessi ammonta a 1.800.000 euro». Sono circa 2,8 milioni di euro,invece, per gli ospedali dell’Ausl (mancato finanziamento dal 2004) e 84mila euro per il Rizzoli(dal 2008).
Nessun commento:
Posta un commento