sabato 11 febbraio 2012

PRIMO PIANO - La ricerca sulla cura del cancro rivela uno straordinario farmaco efficace per l'Alzheimer

Sintomi dell’Alzheimer “scompaiono” con
un farmaco anti-cancro
di Jacopo Di Bonito
“È una scoperta senza precedenti”, gli esperti ne sono sicuri.  I neuroscienziati della Case Western Reserve University School of Medicine hanno scoperto un medicinale, già utilizzato nella lotta contro i tumori, in grado di annullare rapidamente i sintomi dell’Alzheimer, almeno nei topi. In altre parole, siamo dinanzi ad un risultato sensazionale. Il bexarotene, farmaco “spazzino”,  da oltre 10 anni approvato dalla Fda (Food and Drug Administration) per il trattamento del cancro, ha cancellato più della metà delle placche amiloidi nel cervello dei topolini in appena 72 ore dal trattamento.
Il team di Gary Landreth, che da anni studia la formazione dell’Alzheimer, aveva già scoperto che il vettore principale del colesterolo nel cervello, l’apolipoproteina E (ApoE), funziona come uno “spazzino” facilitando la pulizia delle proteine beta amiloidi. In questo studio Landreth e i suoi colleghi, hanno voluto testare l’efficacia del bexarotene per aumentare l’espressione di ApoE e, dunque, ripulire il cervello dalle placche tipiche della malattia neurologica. Il farmaco, infatti, stimola i recettori dei retinoidi X (RXR), che controllano la quantità di ApoE prodotta.
I risultati dello straordinario studio, pubblicati sulla rivista scientifica Science, sono giudicati più che promettenti dagli stessi ricercatori, che ricordano però come la ricerca sia stata condotta, per ora, solo su animali.   
Ciò che ha colpito maggiormente gli studiosi, è la velocità con cui bexarotene migliora i deficit di memoria e gli altri problemi legati al morbo di Alzheimer. Entro sei ore dalla somministrazione del medicinale, infatti, i livelli di beta amiloide solubili sono scesi del 25% e l’effetto è durato fino a tre giorni.
Il lavoro suggerisce dunque che l’aumento dei livelli di ApoE nel cervello può rappresentare una strategia terapeutica efficace per eliminare le sostanze associate ai disturbi di memoria e cognitivi legati all’Alzheimer.
Nonostante le straordinarie potenzialità dello scoperta, c’è chi getta acqua sul fuoco dell’entusiasmo. E sono proprio i firmatari dello studio :“Dobbiamo essere chiari -  spiega Landreth - questo farmaco funziona abbastanza bene nei modelli murini della malattia. Il nostro prossimo obiettivo è ora quello di verificare se agisce in modo simile negli esseri umani. Siamo – conclude lo scienziato -  proprio all’inizio del lavoro per tradurre questa scoperta di base in un trattamento”.
La ricerca, in questi ultimi anni, ha compiuto passi da gigante nello studio del morbo d’Alzheimer, patologia che colpisce milioni di persone in tutto il pianeta.

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