sabato 11 febbraio 2012

Fondazioni- Da Bruxelles uno Statuto europeo

Via alle barriere per gli istituti che vogliono superare i confini nazionali
di Micaela Tempesta
Buone notizie per tutte quelle fondazioni che vogliono superare i confini nazionali e che offrono servizi fondamentali all’Europa nel campo dell’istruzione, ricerca, servizi sociali, cultura e salute. Molto spesso gli istituti che vogliono fare ricerca o che vogliono promuovere cultura vengono scoraggiati dai costi legali ed amministrativi che devono sostenere. Da Bruxelles arriva la proposta per la creazione di uno statuto europeo di cui le fondazioni che operano nei 27 paesi potranno beneficiare per evitare i costi che ora sono costrette a sostenere per operare in più Stati.
Il commissario al Mercato interno Michel Bariner  spiega che questa proposta ha lo scopo di aumentare la visibilità e semplificare le attività di tutti quegli istituti che spesso operano proprio nei settori che la Ue vuole promuovere. Con l’introduzione dello “European Foundation”, il nome del nuovo stato giuridico, gli istituti potranno evitare tutti i problemi di tasse, trattamenti diversi nei diversi Stati  e incertezza burocratica legata alle regole che cambiano di Paese in Paese. Non vi sarà un regime fiscale unico, ma si applicherà quello del paese dove la fondazione ha origine. Lo statuto europeo potrà essere utilizzato, su richiesta, solo dagli istituti di “pubblica utilità” che desiderano avere una dimensione internazionale, nuovi o già esistenti. «Le fondazioni hanno un potenziale economico importante, al di là di quello umano e morale», ha detto Barnier, spiegando come le circa 110.000 censite dalla Commissione Ue danno impiego a un milione di persone a tempo pieno, più un milione di volontari, e investono in ricerca e innovazione 83 miliardi di euro all'anno, più degli Usa.

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