mercoledì 8 febbraio 2012

CRONACA- S’indaga a Taranto per un caso “sospetto” di malasanità

Dimesso per un attacco di panico, muore per un infarto

di Micaela Tempesta
Un uomo sulla cinquantina si presenta al pronto soccorso, accusa forti dolori al petto e ad un braccio, i medici lo rassicurano dicendogli che i sintomi sono quelli di uno stato ansioso per un attacco di panico, lo sedano e poi lo mandano a casa. L’uomo torna a casa e muore.

E’ successo a Taranto, all’ospedale “San Marco” di Grottaglie, il 47enne si era presentato lo scorso 6 febbraio al pronto soccorso lamentando forti dolori al petto e al braccio. I sanitari gli avrebbero detto che era soltanto in preda ad uno stato ansioso per attacchi di panico e dopo averlo sedato l’hanno dimesso. L’uomo ritornato a casa ha cominciato ad accusare di nuovo gli stessi dolori lancinanti ed è morto per infarto nonostante l’intervento del personale del 118 giunto sul posto,su richiesta dei familiari della vittima,con un’ambulanza munita di defibrillatore.
 La Direzione generale dell’Azienda sanitaria locale di Taranto ha istituito una commissione per valutare l’appropriatezza dell’iter diagnostico attuato nel complesso ospedaliero. La commissione interna dell’Asl, composta da Vincenzo Lenti, Direttore del reparto di Cardiologia dell’ospedale Moscati, Gianfranco Malagnino,direttore del Presidio ospedaliero Valle D’Itria e Marcello Chironi, resposabile dell’Unità di Rischio Clinico, sulla base della documentazione acquisita redigerà in tempi brevissimi una relazione da consegnare alla Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria per fare chiarezza sulle procedure diagnostiche attuate. E’ l’ennesimo caso di malasanità nel Sud del nostro Paese o tragica fatalità? L’episodio di Taranto non è l’ unico in Italia. Spesso ai Pronto Soccorso molti operatori del settore sanitario “sottovalutano” i sintomi riconducendoli a stati di ansia oppure ad altre patologie come il reflusso esofageo. E’ vero che i suddetti sintomi ,nella fattispecie il dolore toracico, spesso sono associati anche ad altre patologie ma cosa è successo davvero? La diagnosi di infarto è basata sulla ricerca nel sangue di markers specifici del danno cardiaco unitamente all’esecuzione di un elettrocardiogramma per ricercare variazioni significative dell’attività elettrica del cuore. Importantissima è anche l’anamnesi e cioè l’analisi dei sintomi che hanno portato il paziente a richiedere l’intervento dei soccorsi. E a volte è proprio l’anamnesi che porta il medico di turno a “sminuire” il tutto. L’unica cosa che può salvare un paziente vittima di infarto è la tempestività della diagnosi e la conseguente velocità delle cure sanitarie. In Italia si sa il Servizio Sanitario è stato messo in ginocchio dalle varie manovre “taglia soldi” dei governi che si sono succeduti nel tempo. Ogni anno qualche milione di euro in meno e ogni anno aumentano i casi di malasanità. Gli operatori del settore sanitario sono spesso soggetti a turni “bestiali” ed è chiaro che essendo esseri umani il tutto può influire sul loro operato. Peccato che a pagare gli errori umani di un medico sotto stress siano i contribuenti e non i detrattori.

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