mercoledì 8 febbraio 2012

PRIMO PIANO SANITA' – Appropriatezza Terapeutica

Il test “Kras” individua cure personalizzate per i malati di cancro al colon-retto

di Marina Ranucci
Il tumore del colon-retto è in assoluto il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana. Nel 2011 si sono stimate quasi 50mila diagnosi di  questo tipo di cancro. La classe medica evidenzia puntualmente l’indispensabilità della terapia personalizzata, del percorso assistenziale integrato del paziente e dell’innovazione terapeutica nella gestione di questo particolare tipo di cancro. Oggi grazie ad un test genetico è possibile delineare delle cure personalizzate che risultano molto più efficaci per la cura del tumore al colon-retto. Il test del gene “Kras”
che permette di scegliere la terapia oncologica più adatta e di personalizzarla per ogni singolo paziente. Infatti gli ammalati che presentano il gene Kras non mutato, i cosidetti Kras wild-type, hanno una maggiore probabilità di rispondere alla terapia e di vivere più a lungo. I risultati clinici dimostrano come attualmente un approccio personalizzato, corretto e multidisciplinare è in grado di portare alcuni pazienti, inizialmente inoperabili ad essere potenzialmente curati tramite resezione chirurgica. Dal test sarebbero così più facilmente individuabili cure personalizzate, dalle quali trarrebbe beneficio il paziente ma anche il sistema sanitario nazionale. Infatti si ridurebbero gli sprechi e le cure sarebbero più efficaci. Le istituzioni e i massimi esperti nel settore oncologico hanno discusso della personalizzazione delle cure oncologiche, all'incontro “Appropriatezza d’uso e percorsi terapeutici in oncologia nella cura dei tumori del colon-retto” tenutosi a Roma. «La personalizzazione delle terapie per i malati di tumore al colon retto - ha affermato il senatore Antonio Tomassini, presidente della commissione Sanità di palazzo Madama - consente di utilizzare in modo razionale ed appropriato le risorse economiche a disposizione del sistema sanitario nazionale, offrendo il maggior beneficio possibile per il paziente ed evitando inutili sprechi. Dovremmo impegnarci – continua il senatore - nel perfezionare il miglior percorso diagnostico-terapeutico possibile per il paziente, favorendo appropriatezza, riorganizzazione e ristrutturazione nel tentativo di evitare tagli che possano avere un impatto negativo sulla salute dei cittadini» conclude, Tomassini. Insomma, anche un metodo alternativo per risparmiare. «Infatti – ha affermato Lorenzo Mantovani, Farmacoeconomista dell’Università Federico II Napoli - la personalizzazione della terapia è una strategia altamente “costo efficace”: si guadagna un anno di vita investendo meno di 15mila euro – spiega Mantovani - ben al di sotto del valore soglia comunemente accettato di 60mila euro» ha concluso l’esperto. Inoltre, non bisogna dimenticare che l’accesso alle cure personalizzate è un vero e proprio diritto di ogni cittadino. «Il diritto a un trattamento personalizzato sancito nella Carta Europea dei diritti del malato - ha affermato Sabrina Nardi, Responsabile progetti e campagne Tribunale per i diritti del malato, Cittadinanzattiva - deve essere garantito a ogni cittadino, a prescindere dalla Regione di residenza. I percorsi diagnostico-terapeutici possono contribuire a dare certezze e trasparenza su tempi di erogazione, prestazioni e procedure appropriate. Auspichiamo un’applicazione reale in tutte le realtà regionali e aziendali e per questo – conclude la Nardi - stiamo promuovendo una ricognizione civica sul tema che vuole, tra le altre cose, aiutare le aziende sanitarie a capire se la direzione che hanno preso è giusta oppure no per i cittadini».
 

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