Oltre 180mila adolescenti nel 2011 hanno usato la pillola del giorno dopo
di Valeria Pollio
Giovani ed educazione sessuale: un vero disastro. Secondo quanto emerso da un’indagine condotta dalla Sigo (Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia), sono pochi gli adolescenti che praticano sesso sicuro con le dovute precauzioni (profilattici o pillole contraccettive). Solo nel 2011, dati alla mano, quasi 180 mila adolescenti italiane hanno utilizzato la pillola del giorno dopo. A fornire delle spiegazioni aggiuntive in merito è Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia dell'Ospedale San Raffaele Resnati di Milano, a margine di un incontro per presentare il “Patentino del sesso sicuro” della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo).
Secondo l’esperta, «Se per i precedenti 2 anni abbiamo assistito ad una riduzione nell'utilizzo di questa pillola, per l'anno appena trascorso c'è stato un incremento del 4%. Parliamo di oltre 357 mila pillole utilizzate, di cui più del 50% nelle ragazze che hanno meno di 20 anni». Se da una parte vi sono le adolescenti che praticano del sesso non sicuro, pur essendo giovanissime, dall’altre vi sono 9.817 ragazzine italiane che, nel 2009, sono diventate mamme. Si parla di un'età media che si aggira intorno ai 15 anni, ma non mancano casi di 12enni alle prese con la prima gravidanza. «E questo va bene – afferma la Graziottin - se hanno alle spalle una famiglia che le aiuta. Ma certamente il problema si pone, perché si tratta di gravidanze in cui la ragazza non è sufficientemente matura per prendersi in carico un bimbo, e spesso abbiamo problemi sia per il suo futuro scolastico e professionale, sia per la sua relazione di coppia, oltre che nell'assicurarci che possa dedicare al suo bambino le cure di cui ha bisogno». Il problema di base, per i giovani italiani, è una errata e superficiale educazione sessuale. Più della metà dei ragazzi, emerge dall'indagine Sigo, continua ad ignora le regole basilari della sessualità consapevole: il 51% crede che la doppia protezione (pillola più preservativo) sia inutile, o addirittura un ostacolo al rapporto; il 71% si crede al riparo dalle malattie trasmesse sessualmente solo perché si fida del suo partner. «Il 71% dei nostri ragazzi - dichiara l'esperta - non usa alcuna protezione perché dice del proprio partner “tanto lo conosco”: eppure un ragazzo o una ragazza possono essere portatori di malattie anche molto importanti. Se a 17 anni hanno già avuto anche cinque partner, è evidente che il rischio di moltiplicare le infezioni, e quindi di contrarre malattie è davvero molto alta. Le infezioni, poi, possono avere un prezzo altissimo, come quelle da clamidia che possono portare a sterilità, dolore pelvico cronico o ai rapporti». Come dichiarato dall’esperta, un altro dei tanti problemi legati alla sessualità vissuta dai giovani, è che il 32% dei ragazzi (età media: 17 anni) dichiara di aver già avuto da due a sei partner, e il 19% di averne già avuti più di sei (ciò riguarda ragazzi e ragazze). La dott. Graziottin, dunque, lancia un appello ai genitori: «se un domani volete diventare nonni, pensate a proteggere la fertilità dei vostri figli; insegnate ai vostri maschi a indossare sempre il preservativo». Una corretta educazione sessuale, in Italia, sembra riguardare da vicino anche le donne immigrate. Infatti, i dati riguardanti le interruzioni di gravidanza volontarie in tutte le fasce d’età, hanno rivelato che «oltre il 34% di queste è richiesta da donne immigrate, soprattutto dell'Est Europa, una cifra in aumento. Si dovrebbe – ha ricordato, concludendo, la ginecologa Graziottin – suggerire dei metodi di contraccezione efficace a queste donne immigrate che entrano nel nostro Paese, e assumono comportamenti tipici del mondo occidentale ma non sono in grado di proteggersi adeguatamente. Per questo procedono con interruzioni gravidanza non solo ripetute, ma a volte anche in condizioni non adeguate». Alle ragazze italiane, oltre al contraccettivo, consiglia di esigere sempre il profilattico nei loro rapporti.
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