Cittadinanza onoraria per i bambini nati in Italia e residenti a Napoli
di Micaela Tempesta
L’Italia di oggi è un paese dai tratti cangianti. Non c’è più un unico colore di pelle, un'unica religione, un unico modo di vivere. Ci sono comunità di stranieri in ogni città che si rispetti, bisogna aprirsi al nuovo ed accettare il fatto che anche gli stranieri che vivono in Italia devono essere parte integrante del Paese, devono poter contribuire ad una crescita economica e culturale e poter godere degli stessi diritti di cui gode un qualunque italiano.
Napoli città aperta, da sempre meta di tutti quei popoli disperati in fuga dal loro paese natale, crocevia per tutti gli extracomunitari che nella loro terra sono soggetti a tirannia, guerre e condizioni di vita ridotte ai minimi termini. Oggi Napoli è una melitn’ pot di culture diverse e c’è bisogno di una politica di integrazione degna di qualunque altra città europea. «Riteniamo superato l'istituto dello “ius sanguinis” perché non risponde più alle dinamiche economiche e sociali di un Paese di crescente immigrazione come il nostro». Ha affermato Elena Coccia, vice presidente del Consiglio comunale di Napoli durante la conferenza stampa di presentazione della delibera consiliare per il riconoscimento della cittadinanza onoraria ai bambini di origine straniera nati in Italia e residenti nella città di Napoli. All’incontro hanno partecipato anche Antonio D’Alessandro, segretario provinciale del Prc di Napoli, Khaled Alzeer, responsabile Immigrazione Prc Napoli e Simona Molisso, consigliere comunale. «Dovrebbe essere riconosciuto il diritto di cittadinanza fondato sull'istituto dello “ius soli” per i nati in Italia da genitori stranieri, come avviene in molti stati di tradizioni democratiche», ha aggiunto Khaled Alzeer. Questa iniziativa mira ad offrire un grosso aiuto alla campagna “L’Italia sono anch’io” che sostiene due proposte legislative di iniziativa popolare finalizzate al riconoscimento della cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia o giunti con genitori migranti. «Vogliamo attraverso questa iniziativa dal valore altamente simbolico accendere i riflettori su un aspetto del fenomeno globale dell'immigrazione troppo spesso trascurato. Se sono da considerare importanti le politiche d'ingresso dei migranti, infatti, altrettanto lo sono le politiche d'inclusione e la capacità di sviluppare un Welfare che comprenda tutta la popolazione residente in un territorio - ha concluso Antonio D'Alessandro -. A Napoli uno dei banchi di prova è costituito dalla seconda generazione di immigrati, quelli che spesso affollano le aule delle scuole. A loro, alle loro aspettative, ai loro comportamenti, le istituzioni locali devono rivolgere una particolare attenzione, tenendo conto che circa la quarta parte degli immigrati legalmente residenti in città è costituita da minori e che moltissimi di questi bambini non sono nati nel paese d'origine dei loro genitori ma in Italia. Una iniziativa importante, dunque, che affronta il tema con serietà e determinazione collocando Napoli nella sua dimensione mediterranea, per trasformarla in città crocevia dei diritti, dell'accoglienza e dell'inclusione sociale»
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