“L’apertura di un nuovo padiglione è un orrore”: i Cobas contro la risoluzione voluta dalla dirigenza
di Jacopo Di Bonito
Non c’è pace per il Cardarelli di Napoli, sempre più coinvolto nell’emergenza barelle degli ultimi mesi. Per far fronte al cronico sovraffollamento delle corsie, più volte denunciato dai sindacati, i vertici dell’ospedale avrebbero deciso di aprire un nuovo padiglione, un’accettazione medico-chirurgica (Osservazione Breve Intensiva 2) che dovrebbe risolvere definitivamente il problema. Sulla risoluzione proposta dei “piani alti del Cardarelli” giunge, puntuale, da parte dei sindacati, una pioggia di critiche.
“Nell’OBI 2 – continuano i Cobas - mancherà qualsiasi cosa: sarà difficoltoso sia il trasferimento, che qualsiasi esame strumentale, ed infatti verranno trasferiti solo pazienti con patologie lievi”, con buona pace di ”quelli gravi (la maggior parte), che stazioneranno nel DEA”.
La realizzazione di una OBI 2 per rimediare al problema barelle non convince i Cobas.
“La creazione – spiega il sindacato - di un reparto di supporto nel padiglione C fu auspicata da noi alcuni mesi fa, ma non come Obi, bensì come reparto di medicina, unico dipartimento in grado di offrire un alleggerimento della pressione ai reparti più affollati. Una OBI nel padiglione C del Cardarelli – continua il gruppo - significa mettere a rischio i pazienti e quindi i reparti del DEA continueranno il loro massacro avendo solo un deposito dove scaricare i pazienti”.
Insomma, secondo il sindacato, l’apertura del nuovo padiglione non darebbe alcun beneficio ai reparti del Dea, all’interno dei quali i pazienti continueranno ad affollare i corridoi in attesa di una barella.
“Era necessario – continua la nota dei Cobas - che la Direzione del Cardarelli riorganizzasse il DEA e controllasse cosa succede nei suoi reparti. Erano necessari protocolli operativi che dessero ad ogni reparto del DEA una finalità. Ma niente di tutto questo è stato fatto”, e così regna “la disorganizzazione”.
Insomma, secondo il sindacato, l’apertura del nuovo padiglione non darebbe alcun beneficio ai reparti del Dea, all’interno dei quali i pazienti continueranno ad affollare i corridoi in attesa di una barella.
“Era necessario – continua la nota dei Cobas - che la Direzione del Cardarelli riorganizzasse il DEA e controllasse cosa succede nei suoi reparti. Erano necessari protocolli operativi che dessero ad ogni reparto del DEA una finalità. Ma niente di tutto questo è stato fatto”, e così regna “la disorganizzazione”.
Nel manifesto dei Cobas si legge anche di una scelta dirigenziale, che fa ancora discutere.
“Un intero reparto (l’ex chirurgia plastica), situata al piano 0 del DEA, che poteva diventare un vero supporto all’emergenza è diventato uno spogliatoio (inclusa camera operatoria) per medici.
Nel DEA – precisa il gruppo - i reparti vengono usati come spogliatoi e l’emergenza viene dislocata altrove creando seri problemi organizzativi. Si richiede prima di attivare una simile mostruosità ispezioni degli organi di controllo e momento di confronto sull’organizzazione operativa della struttura. Noi questa OBI 2 – conclude il sindacato - la riteniamo un orrore che potrà costare la vita ai pazienti”.
La contesa tra il Cardarelli ed il sindacato dei Cobas è appena iniziata.
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