”Spesi 2 milioni di euro per mantenere la politica”
di Jacopo Di Bonito
“Negli ultimi due anni, ossia tra il 2010 e il 2011, sono stati spesi, per mantenere in piedi l’ufficio del Commissario ad acta, più di 2 milioni di euro, e senza alcun risultato”. Il segretario regionale di Fials Confsal Gianni Romano racconta come: “tra oneri connessi alle attività del commissariamento, retribuzioni del sub commissario e stipendi del personale, siano stati spesi milioni e milioni di euro che non hanno prodotto nell’offerta sanitaria alcun cambiamento vantaggioso “. Insomma, con il commissariamento della sanità laziale l’andamento della pressione fiscale è cresciuto a danno di servizi, che risultano sempre più scadenti.
Per non parlare delle misure “salva sanità” attuate fino ad oggi. Stop ai buoni pasto per tutti gli infermieri che fanno il turno di notte, e neanche un centesimo tolto alla “politica”. Ecco l’improbabile piano di risparmio. Nonostante i bilanci in rosso, “facendo una precisazione sui costi – aggiunge Romano - c’è da sapere che ogni ufficio interessato alla gestione sanitaria vanta il proprio personale specifico, ossia l’assessorato alla sanità ha 5 impiegati e un capo segreteria, quello del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari ben 8 impiegati, più un altro capo segreteria. Senza contare che - precisa Romano - chi è a capo degli uffici è il presidente Polverini che già di suo vanta un’ulteriore segreteria con altrettanti 11 impiegati e un aggiuntivo capo”. Il segretario regionale della Fials Confsal rincara la dose e parla “di un impegno finanziario notevole in tempi in cui si ripete costantemente che bisogna ridurre i costi della politica oltre a darne conto ai cittadini dei risultati prodotti. A nostro parere davvero pochi e ne è la dimostrazione il fatto che le addizionali Irpef e Irap sono aumentate, così le accise regionali sul carburante e il bollo auto”. La crescita della pressione fiscale, secondo Gianni Romano, sarebbe dovuta ai mancati risultati raggiunti dal commissario. “Se - spiega Romano - il commissario della sanità avesse prodotto risultati autorevoli, non ci sarebbe stata la necessità di far crescere la pressione fiscale. Ma non solo, sono stati tagliati addirittura i buoni pasto del personale che fa il turno di notte negli ospedali in nome di un improbabile risparmio, mentre si continuano ad affittare dalle ditte esterne infermieri che fanno innalzare a dismisura i costi dell’assistenza. Piuttosto – conclude il segretario regionale - il presidente renda noto alla cittadinanza del Lazio i risultati della relazione del Ministero dell'Economia, del Tavolo tecnico e della Ragioneria dello Stato sui conti regionali, invece di chiuderli nei cassetti delle segrete stanze degli uffici del commissario”.
Per non parlare delle misure “salva sanità” attuate fino ad oggi. Stop ai buoni pasto per tutti gli infermieri che fanno il turno di notte, e neanche un centesimo tolto alla “politica”. Ecco l’improbabile piano di risparmio. Nonostante i bilanci in rosso, “facendo una precisazione sui costi – aggiunge Romano - c’è da sapere che ogni ufficio interessato alla gestione sanitaria vanta il proprio personale specifico, ossia l’assessorato alla sanità ha 5 impiegati e un capo segreteria, quello del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari ben 8 impiegati, più un altro capo segreteria. Senza contare che - precisa Romano - chi è a capo degli uffici è il presidente Polverini che già di suo vanta un’ulteriore segreteria con altrettanti 11 impiegati e un aggiuntivo capo”. Il segretario regionale della Fials Confsal rincara la dose e parla “di un impegno finanziario notevole in tempi in cui si ripete costantemente che bisogna ridurre i costi della politica oltre a darne conto ai cittadini dei risultati prodotti. A nostro parere davvero pochi e ne è la dimostrazione il fatto che le addizionali Irpef e Irap sono aumentate, così le accise regionali sul carburante e il bollo auto”. La crescita della pressione fiscale, secondo Gianni Romano, sarebbe dovuta ai mancati risultati raggiunti dal commissario. “Se - spiega Romano - il commissario della sanità avesse prodotto risultati autorevoli, non ci sarebbe stata la necessità di far crescere la pressione fiscale. Ma non solo, sono stati tagliati addirittura i buoni pasto del personale che fa il turno di notte negli ospedali in nome di un improbabile risparmio, mentre si continuano ad affittare dalle ditte esterne infermieri che fanno innalzare a dismisura i costi dell’assistenza. Piuttosto – conclude il segretario regionale - il presidente renda noto alla cittadinanza del Lazio i risultati della relazione del Ministero dell'Economia, del Tavolo tecnico e della Ragioneria dello Stato sui conti regionali, invece di chiuderli nei cassetti delle segrete stanze degli uffici del commissario”.
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