mercoledì 15 febbraio 2012

PRIMO PIANO - Risarciti i lavoratori e le famglie di chi è deceduto a causa degli effetti dell'amianto

Processo Eternit: 16 anni di reclusione per Schmidheiny e Carthier

di Jacopo Di Bonito
Il processo Eternit si chiude con una sentenza storica. Condanna a 16 anni di reclusione per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis Carthier, accusati di disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche. Circa 26 autobus sono arrivati a Torino da tutt’Italia, per quello che è stato ribattezzato il più grande processo italiano per morti sul lavoro. Oltre 2.200 decessi dovuti all’amianto, 700 malati di asbestosi, oltre 6.000 costituzioni di parte civile e una platea di legali composta da 150 avvocati. L’epicentro della tragedia è stato Casale Monferrato(Alessandria), che con i suoi 1.500 morti ha pagato il tributo più alto. E che purtroppo non si è ancora esaurito, visto che l’incubazione del mesotelioma può durare anche 30-40 anni.
“Quando abbiamo cominciato questo processo con Colace e Perelli pensavamo di inseguire un sogno, che ora si è realizzato, almeno per la sentenza di primo grado”. Grande soddisfazione arriva dal pm Guariniello, che aggiunge: ”è una sentenza storica, che restituisce a tutti il senso di giustizia”, ha poi concluso.
Il tribunale, secondo quanto si ricava dalla lettura del dispositivo della sentenza, ha ritenuto i due imputati colpevoli di disastro doloso solo per le condizioni degli stabilimenti di Cavagnolo (Torino) e Casale Monferrato (Alessandria). Per gli stabilimenti di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli) i giudici hanno dichiarato di non doversi esprimere perché il reato è oramai prescritto.
“E’ stata una sentenza esemplare”. Il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, non ha dubbi.”Una sentenza come questa deve fungere come monito a quanti continuano a ritenere che il nostro Paese può essere competitivo senza garantire la sicurezza ai lavoratori e ai cittadini. La sicurezza – conclude Scudiere -  non può essere più considerata un costo per le imprese ma uno degli elementi fondamentali per renderle avanzate e competitive, altrimenti il rischio per l’Italia è che rappresenti l’area europea del lavoro a basso costo e a massimo rischio”.
Per quanto riguarda i risarcimenti, la somma più alta è stata riconosciuta al comune di Casale Monferrato, 25 milioni, alla Regione Piemonte invece sono andati 20 milioni, all’Inail 15 milioni, da 60 a 30mila euro sarà invece l’indennizzo calcolato per i parenti delle vittime, mentre 35mila euro andranno agli ammalati di patologie connesse all’amianto.
Dopo anni di attese, rinvii e speranze mai abbandonate, la sentenza è arrivata, provocando, non poco rumore.




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