giovedì 27 ottobre 2011

L'allarme dei geologi: troppi gli ospedali italiani costruiti su territori a rischio idrogeologico: alle prossime piogge 531 nosocomi potrebbero “affondare”

di Jacopo Di Bonito
In Italia ci sono un milione e 260mila edifici a rischio frane ed alluvioni, di questi, 531 sono ospedali. I dati forniti dal consiglio nazionale dei geologi parlano chiaro: gli ospedali italiani non sono un posto sicuro. Dal nord al sud la situazione non cambia. Genova e Messina sono le due aree più a rischio. Come se non bastassero gli infiniti problemi che gravano sulla sanità italiana, con i quali i pazienti giornalmente devono combattere per un posto in corsia,

un esame che rispetti i tempi o il personale medico a disposizione, per gli ammalati c’è un nuovo pericolo da affrontare, tanto assurdo, quanto prevedibile: diversi ospedali italiani sono costruiti su territorio ad alto rischio idrogeologico.
A denunciare la situazione è stato Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi. “Non abbiamo dati recentissimi - spiega Graziano - ma visto che nel frattempo non è stata apportata nessuna azione di difesa del territorio, temo e credo che le zone a rischio alluvioni siano cresciute”.
Le regioni più a rischio, secondo uno studio dell'Irpi-Cnr (Istituto di ricerca e protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche) che prende in esame le inondazioni che si sono registrate in Italia dal 1960 al 2010, sembrano essere Piemonte, Sicilia, Toscana, Liguria e Campania. In queste cinque regioni si conta infatti il maggior numero di vittime: 124 in Piemonte, 107 in Sicilia, 70 in Toscana, 61 in Liguria, 49 in Campania.
Il pericolo maggiore sembra interessare le aree metropolitane. “Naturalmente esistono situazioni di pericolo anche in aperta campagna - sottolinea l'esperto - però le zone più vulnerabili sono certamente le aree metropolitane, dove il rischio di incidenti è altissimo”.
Circa il 50% del territorio nazionale è a rischio sismico. Il 38% delle aree comunali convive giornalmente con il pericolo inondazioni, e gli ospedali rischiano di venire giù da un momento all’altro.
La mancanza di interventi sul territorio è ciò che preoccupa di più i cittadini. I tagli alla spesa pubblica di questi ultimi mesi potrebbero aggravare una situazione già allo sbando, e con l’inverno alle porte non c’è da stare tranquilli. “Bisognerebbe svolgere controlli giornalieri - sottolinea il presidente del Consiglio nazionale dei geologi - ma purtroppo non è così. Andrebbero stanziati fondi ad hoc, soprattutto per l'edilizia scolastica e sanitaria. Ma - conclude Graziano - nelle varie manovre finanziarie stanno scomparendo anche quelle risorse preventivamente stanziate”.
Il pericolo frane ed inondazioni incombe sulla sanità italiana e su tutti i cittadini come una pericolosissima realtà, denunciata, annunciata, ma fino ad ora sottovalutata. (Fonte Adnkronos)

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