venerdì 29 luglio 2011

Al Pascale, in arrivo una sala per la radiochirurgia.


Allestito con apparecchiature ultra moderne, il nuovo reparto sarà il primo
del sud Italia. Costo dell’operazione: nove milioni di euro. Confermata l’intesa con la Regione.


In netta controtendenza rispetto all’andazzo generale della sanità campana, dove per via del piano di
rientro dal deficit un po’ in tutti i settori i tagli imperversano, all’Istituto napoletano per la cura e la ricerca sui tumori, la Fondazione Pascale, la Regione ha deciso di investire anziché tagliare. E la cifra è di tutto rispetto. Ben nove milioni di euro. Una pioggia di soldi che servirà per dotare il polo oncologico di una ipertecnologica sala di radiochirurgia. E si tratta della prima volta in cui un presidio ospedaliero del Sud Italia investe cifre simili per dotarsi di questo avveniristico strumento per la cura e la ricerca sui tumori. La radiochirurgia stereotassica, infatti, anche detta radiochirurgia, è una metodica di trattamento dei tumori (ma anche dei “non tumori” come le malformazioni cerebrali e vascolari) totalmente indolore e non invasiva che si basa sull’irradiazione di raggi ionizzanti direttamente sull’area interessata mediante il sistema del “computer treatment planning system 3D”. La tecnica permette dunque di indirizzare in una singola frazione una dose elevata di radiazioni ionizzanti direttamente sul bersaglio e può evitare quindi in molti caso il ricorso alla chirurgia. La terapia può essere conclusa in una sola seduta o in più sedute. Lo scopo della metodica radiochirurgia stereotassica è quello di limitare il danno ai tessuti limitrofi e di ridurre al minimo gli effetti collaterali. In alcuni casi, essa costituisce una sorta di “post-trattamento” dopo la radioterapia esterna oppure il trattamento di tumori poco voluminosi che non possono essere rimossi chirurgicamente. La radiochirurgia stereotassica è stata introdotta, circa 50 anni fa, dal neurochirurgo svedese Lars Leksell. L’apparecchio utilizzato era in grado di produrre una radiazione tanto concentrata che la metodica è stata anche chiamata “Gamma Knife”, cioè “coltello ai gamma”. Oltre alla Gamma Knife si utilizza anche un sistema che su un acceleratore lineare impiega un apparecchio di collimazione multilamellare dinamico, mentre le più recenti evoluzioni hanno portato alla radioterapia robotica. Confusa con la radioterapia intraoperatoria, la nuova frontiera per la cura non chirurgica e, soprattutto, non invasiva dei tumori è stata praticata per la prima volta in Svezia, nel dipartimento di Oncologia e Radioterapia del Karolinska Institute, l’ospedale di Stoccolma, e poi in America,
nello Staten Island University Hospital di New York. Molti ritengono si tratti dell’ultima risorsa esistente per centinaia di pazienti ammalati di cancro. Ma alla pioggia di soldi in arrivo al Pascale per allestire la sala, che perciò sarà pronta nei prossimi mesi, si aggiunge pure la conferma, da parte della Regione, degli impegni assunti nel protocollo d’intesa. «L’impegno della Regione è sicuramente quello di portare avanti il protocollo d’intesa con l’istituto di ricerca Fondazione Pascale» assicura il presidente della commissione Sanità in consiglio regionale Michele Schiano che, al termine dell’audizione tenutasi di recente al centro direzionale, ha annunciato che nei prossimi mesi l’istituto sarà munito di una sala di radiochirurgia, unico centro del genere presente nel Meridione.
Ai lavori della commissione hanno preso parte, oltre al presidente Schiano, anche i consiglieri regionali Ugo De Flaviis, Carmine Mocerino e, naturalmente, il direttore del nosocomio Antonio Pedicini. Durante i lavori Pedicini ha sottolineato l’importanza rivestita dal nosocomio sia come centro di ricovero per pazienti che come istituito di ricerca. «Presto, grazie all’investimento effettuato dalla Regione - spiega il manager - il centro sarà munito di un sala bunker per la radiochirurgia e questo potrà consentire ai medici impegnati nella lotta ai tumori notevoli passai in avanti nella ricerca».
Il presidente Schiano inoltre ha assicurato al direttore della Fondazione Pascale che «la commissione Sanità

Di Anna Trieste

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