Poi, l'azione, ma il personale è poco, si fa il possibile, gli ammalati meno gravi, codice bianco e giallo vengono messi inattesa, spesso vanno in escandescenza, ma il paziente classificato con il codice rosso rischia la vita. Stessa situazione, seppure meno grave, al Loreto Mare e ai Pellegrini e al Don Bosco. Ieri al pronto soccorso del Loreto Mare si contavano una decine di barelle, e per mantenere tranquilli parenti e pazienti la sicurezza è stata costretta ad intervenire più di una volta.
Per descrivere l'infermo che in queste ore si è abbattuto su Cardarelli basta citare pochi numeri. Ieri mattina in accettazione medico chirurgica (ossia, la sala d'attesa del pronto soccorso) del Cardarelli, c'erano 35 ammalati ricoverati su una lettiga tutti in attesa di essere trasferiti in una delle divisioni di chirurgia del nosocomio collinare. Oltre 20 pazienti erano depositati in medicina d'urgenza, tutti adagiati su una barella. Ma visto che al peggio non c'è mai fine, 5 ammalati (codice rosso), in attesa di essere ricoverati nel reparto di rianimazione, anche loro erano lì, in adagiati su una lettiga.
Alle 15.30 di ieri pomeriggio tutte le divisioni di chirurgia e medicina erano stracolme di ammalati ed ognuna contava poco meno di una decina di ricoveri in barella, tranne la cardiologia.
Una situazione insostenibile, al limite del paradosso e dell'illegale, che speso viene affrontata male. "L’unico modo per non arrivare a situazioni ingestibili nei reparti non ubicati nel Dea è quello di dimettere i pazienti non andando tanto per il sottile", afferma Michele Tassaro, responsabile Cobas Sanità del Cardarelli". L'affermazione dell'infermiere è gravissima, eppure stando a quanto ci ha più volte ripetuto, al Cardarelli per fare spazio, si usa questa prassi.
Il sindacalista pone l'accento su un'altra questione, anch'essa pericola per la salute degli ammalati. "Mentre il personale del Cardarelli è in sott’organico e la direzione non ha in alcun modo predisposto alcunché per garantire un numero adeguato di personale nei vari reparti - afferma Tassaro - altre figure non sanitarie o non addette all’assistenza diretta fanno centinaia di ore di straordinario e la dirigenza, per risparmiare, nega l’utilizzo dello straordinario per garantire adeguato numero di infermieri nei vari reparti. Così non si tutela la salute dei cittadini", sbotta il sindacalista.
"In reparti con pazienti gravissimi come le pneumologie a fronte di 30 pazienti operano di notte solo due infermieri che devono assicurare l’assistenza a tutti i pazienti - incalza Tassaro - le emergenze, i nuovi ricoveri, i trasferimenti dei pazienti in situazioni critiche dalla pneumologia al Dea. Insomma una situazione drammatica è prossima all’interruzione del servizio -preannuncia il sindacalista - perchè è impensabile che solo due infermieri siano in grado di gestire contemporaneamente tanti ammalati e far fronte ad eventuali criticità che al Cardarelli sono all'ordine del giorno".
di Enzo Musella e Francesco Cigliano