venerdì 30 settembre 2011

Salute: Aziende sanitarie locali, gli ammalati in Italia sono sull’orlo di una crisi di nervi


di Valeria Pollio
Pazienti si, ma fino a quando? Sono sempre più lunghi i tempi di attesa nelle Asl italiane. La sanità italiana mostra i suoi punti deboli,mette a dura prova i cittadini,sempre più stanchi di aspettare. Ormai prenotare visite di controllo nelle Asl del nostro Paese è diventata un’impresa ardua. Sei mesi per una risonanza a Bari,quasi tre mesi per una tac al Civico di Palermo,sei mesi per una semplice ecografia a Roma e nella città di Bologna, dove ci vogliono anche trecento giorni per una visita allergologica. Nove mesi a Firenze, un po’meno a Torino sempre per visite allergologiche.
Ma ciò che appare alquanto clamorosa è l’attesa per una mammografia asintomatica,che al policlinico di Bari fissano dopo quattrocento giorni. Forse la lista più lunga d'Italia.
Non sono da meno Cagliari e Palermo, che per visite non urgenti,richiedono 35-60 giorni di agonia.
Appena però si intravedono possibilità di esborso di denaro ecco che magicamente i tempi si fanno più brevi che mai e in un nanosecondo spunta il certificato. Situazione di routine.
Il sistema sanitario italiano sta regredendo,in un momento in cui la richiesta dei cittadini aumenta di giorno in giorno. Più richiesta meno assistenza. C’è qualcosa che non quadra.
Probabilmente ciò deriva da diverse carenze. Si parte da attrezzature mal funzionanti e anche non a passo con le nuove tecnologie fino ad arrivare alla “sedentarietà” del personale. Dulcis in fundo,il problema dei problemi,la croce del sistema sanitario nazionale, i tagli. I continui tagli ai fondi della sanità causano uno stagno del sistema.
Il peggio deve arrivare - dice Massimo Cozza, responsabile di Cgil medici -. Aspettiamo altri tagli”. Il sistema sanitario pubblico proprio non va. E quello privato? Vittorio Cavaceppi, presidente dell'Anisap, l'Associazione nazionale delle istituzioni sanitarie private,che raccoglie un terzo delle tremila aziende che fanno visite ed esami nelle Regioni italiane,afferma: “spesso facciamo sconti per andare incontro alle persone. Certo,la nostra attività privata cresce in periodi di difficoltà per il pubblico come questo. Un dato dell'aumento del nostro lavoro? E' impossibile darlo, perché ogni Regione ha la sua storia".E che storia. Chi paga non aspetta 360 giorni ma due.
Per quanto riguarda la Asl di Napoli,sono le continue lamentele della cittadinanza a parlare,anche se per le Asl tutto procede alla perfezione,compresi i tempi di attesa. Dalle parole del responsabile delle associazioni Carlo Caramelli emerge una situazione disperata. "La nostra sanità è malata di attese - sbotta Carlo Caramelli,responsabile dell'associazione in Campania -. Riceviamo tante segnalazioni per attese lunghissime. Il problema è che le liste non sono pubbliche,non si trovano sui siti internet come previsto dalla legge. Inoltre ce ne sono ancora molte di bloccate e non abbiamo un Cup. Così sono cancellati i diritti dei pazienti, come l'equità. La Regione dovrebbe pagare multe salate per il fatto di non avviare questi servizi". Ecco, multe salate, ma chi le paga? Impariamo ad essere “pazienti”, fin quando si può, un limite ovvio, visto che i cittadini sono sull’orlo di una crisi di nervi.

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