giovedì 27 ottobre 2011

Salute: riciclare pacemaker usati in paesi poveri, lo studio pubblicato sull'American Journal of Cardiology

di redazione
Quando una persona muore, ci sono altre cose dentro il suo corpo che possono essere riutilizzate, oltre a organi e tessuti, come il pacemaker. Secondo uno studio americano infatti negli Usa circa il 19% delle persone che muoiono porta con sé un pacemaker ancora funzionante. E che potrebbe essere riciclato e riutilizzato su altre persone che non se lo possono permettere economicamente, secondo uno studio pubblicato sull'American Journal of Cardiology.
Si stima infatti che circa 1-2 milioni di persone nel mondo ogni anno muoiano proprio perchè non possono avere un pacemaker. Un valido aiuto, soprattutto per i paesi più poveri, potrebbe proprio venire dagli apparecchi ancora funzionanti che si trovano nelle persone decedute. Attualmente la maggior parte dei pacemaker finisce nella bara o, se rimosso, tra i rifiuti medici. Solo una piccola parte viene donata ai paesi in via di sviluppo. I ricercatori hanno raccolto 122 pacemaker, la metà dei quali aveva ancora abbastanza batteria (per oltre tre anni) per essere riutilizzato. Dopo averli parzialmente sterilizzati li hanno mandati all'ospedale di Mumbai, dove sono stati sterilizzati nuovamente e impianti in 53 pazienti. In India un pacemaker nuovo costa tra i 2.200 e 6.600 dollari, oltre alle spese per il medico e l'ospedale. Tutti i pazienti con il pacemaker riciclato sono sopravvissuti e si sono subito adattati bene, senza infezioni o malfunzionamenti nei due anni successivi. Un quarto dei pazienti operati vive invece in aree così remote che non è stato possibile monitorarli. Tutti tranne due hanno riportato significativi miglioramenti nei loro sintomi e qualità di vita, mentre 4 sono morti, ma non per il pacemaker. (Fonte: Ansa)

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