giovedì 27 ottobre 2011

Salute: Fazio, allarme obesità, troppa tv e cibo spazzatura per bimbi italiani. Lo studio di Joseph Proietto: "dopo una dieta dimagrante, gli ormoni reclamano il ritorno al peso"

di redazione
Bambini italiani troppo grassi. Uno su tre è obeso e sovrappeso. Colpa di abitudini alimentari sbagliate e della sedentarietà. «Il 38% dei nostri bambini passa più di 3 ore davanti alla televisione o i videogiochi», spiega il ministro della Salute Ferruccio Fazio, che torna sull'allarme obesità sottolineando la preoccupazione per le giovani generazioni. Oggi, spiega il ministro all'Adnkronos

Salute, si registra «il 35% tra obesità e sovrappeso (12% obesità, 23% di sovrappeso) nei bambini dai 5 ai 17 anni. È molto. E ci sono grandissime differenze Regionali. In Campania si arriva al 49%. Questo perchè i bambini mangiano junk food: merendine, cibi spesso confezionati a fortissimo contenuto calorico». Ma è anche colpa della scarsa attività fisica. «Noi dobbiamo contrastare questa tendenza». Come fare? «Con un'azione in gran parte fatta in collaborazione con il ministero della Pubblica istruzione. Quindi, educazione nelle scuole, inserimento nei programmi scolastici dell'insegnamento di elementi di sana alimentazione, e l'aumento dell'attività fisica. Dovremmo probabilmente prevedere anche infrastrutture migliori per le nostre scuole. Tutto questo è oggetto non solo di attenzione, ma anche di attività molto intense da parte dei due ministeri», conclude.
Lo studio di: Proietto sul New England Journal of Medicine.
Come sa chiunque si sottopone a una seria dieta dimagrante, è difficile non riguadagnare dopo qualche tempo il peso faticosamente eliminato. Ora uno studio australiano ha dimostrato che anche un anno dopo che la persona si è liberata di una buona parte di peso, sono i suoi ormoni a gridare: mangia, mangia! Lo studio condotto dal docente di medicina dell'Università di Melbourne, Joseph Proietto, indica che chi riguadagna peso dopo una dieta non è semplicemente scivolato nelle vecchie abitudini, ma combatte un persistente impulso biologico. Un messaggio chiave dello studio è che è sempre meglio non aumentare di peso che cercare di perderlo, scrive Proietto sul New England Journal of Medicine. Il ritorno a un aumento di peso è un problema comune fra chi si sottopone a dieta. Per studiare il meccanismo, Proietto e i colleghi hanno studiato 50 pazienti in sovrappeso o obesi in un programma di dieta di 10 settimane, per vedere cosa avviene in chi perde almeno il 10% del peso corporeo, un target conseguito da 34 delle 50 persone. Il programma era intenso e in media i partecipanti hanno perso quasi 13,6 kg nelle 10 settimane, assumendo da 500 a 550 calorie al giorno. Poi per due settimane sono stati gradualmente reintrodotti a pasti ordinari. Nonostante le raccomandazioni su come mantenere il nuovo peso, in un anno hanno riguadagnato in media 5,4 chili. Gli studiosi hanno misurato i livelli sanguigni di 9 ormoni che influenzano l'appetito paragonandoli fra prima del programma dimagrante e un anno dopo. Sei ormoni erano ancora fuori equilibrio, nella direzione che genera appetito. È anche emerso che le persone che perdono molto peso non solo sviluppano più appetito ma bruciano meno calorie del normale creando «una perfetta combinazione per riprendere peso», spiega Proietti. Il meccanismo sembra essere un retaggio evolutivo dei tempi primordiali, in cui la perdita di peso poteva minacciare la sopravvivenza e la riproduzione, aggiunge.(Fonte: Ansa - Adnkronos)

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